Bingo Hell: La Recensione del Film



Regia: Gigi Saul Guerrero


Esistono capolavori, esistono film belli, esistono film brutti che però diventano belli da quanto sono brutti, e poi esistono film che sono solamente brutti.

Ah e poi c’è Bingo Hell che fa talmente cagare che non si merita di stare in nessuna di queste categorie. Se non fosse stato per l’ultimo Conjuring (quanto mi piace parlar male di questa nefandezza), probabilmente vincerebbe a mani basse il premio come peggior “film” dell’anno, ma diciamo che rischia in ogni caso di bruciare la concorrenza.

Al timone di questo capolavoro dell’orrendo c’è l’irreprensibile Gigi Saul Guerrero, qui al suo esordio in regia se parliamo di lungometraggi. Mi spiace parlar male di giovani registi che si cimentano con l’horror (tra l’altro lei è pure una chica bonerrima, cercatela e non ve ne pentirete), però se questo è il biglietto da visita, non credo ci saranno altre future occasioni di incontrarci, almeno in un rapporto regista-spettatore.

Brevemente la trama. Siamo a Oak Springs e il proprietario della sala Bingo della città deve cedere l’attività al misterioso imprenditore Mr. Big. In un primo tempo, gli abitanti cominciano a vincere un sacco di soldi, ma poi qualcuno inizia a lasciarci le penne, e la final granny del quartiere guiderà la rivolta contro il nuovo “benefattore”.


Mai come in questo caso la faccenda delle apparenze che ingannano è più che azzeccato. Non che mi aspettassi il capolavoro del secolo sia chiaro ma, visti i nomi Amazon Studio e Blumhouse, credevo che nella sua mediocrità potesse almeno offrire qualche spunto degno di menzione. E invece eccomi a commentare il nulla più assoluto, che onestamente non meriterebbe neppure di spendere altre parole vista la sua inutilità, ma che per rispetto nei confronti della Guerrero (rispetto non dovuto chiaramente ai suoi meriti cinematografici) vedrà lo stesso partorire qualche riga riempitiva.

Che poi, se proprio uno si sente temerario e inizia il film, quel Besame Mucho iniziale con tanto di comparsa di un Giucas Casella che ci ha creduto un po’ di più, dovrebbe immediatamente scoraggiarne il proseguo, perché di fatto la dipartita del caro Giucas è forse la parte meno disastrosa di Bingo Hell.

Storia debole, personaggi svogliati, odiosi e stereotipati al massimo, battutacce fuori contesto che dovrebbero far ridere, ma che fanno restare impassibili anche quelli che, come il sottoscritto, han fatto della scorrettezza e del cattivo gusto quasi uno stile di vita. Anche se però, apostrofare la vecchia “gargoyle”, ammetto che mi ha suscitato un accenno di sorriso.



I tentativi di inserire facili moralismi legati alla tendenza della gente a farsi sopraffare dal gioco lasciano il tempo che trovano, così come gli accenni alla gentrificazione della zona e alle opposizioni mosse dai residenti, facendo restare la faccenda sempre in bilico tra vari generi, senza poi incontrarne uno ben definito.

L’unica roba che avrebbe potuto salvare la baracca, e anche più che decentemente, sarebbe stato il buttarla totalmente nel cazzarone, perché la storia lo avrebbe permesso alla grande. E invece ecco che i tentativi di prendersi dannatamente sul serio, evidenziati anche da un finale buonista che proprio non si può vedere, rimandano il prodotto direttamente sul fondo del bidone dell’indifferenziato.


In mezzo alla nefandezza collettiva, ho trovato tuttavia apprezzabile sia la scena della morte del sosia di Morgan Freeman che la presenza in primis di L. Scott Caldwell (che ritrovo volentieri dopo il ruolo di Rose in Lost), ed in secundis di quell’idolo di Richard Brake, tanto incisivo però nella figura del Doom-Head di 31, quanto fuori luogo, impacciato e poco ficcante in quella del Mr. Big visto qui. Chissà cosa sarebbe successo se il progetto fosse stato affidato a Rob Zombie

Ma queste 2 quisquilie non bastano di certo a portare la pellicola verso un giudizio decente, anche in virtù di una noia di fondo che, se uno fosse costretto a vedere il film da solo, potrebbe portare ad un’immediata voglia di uscire a sputtanarsi i propri risparmi al bingo più vicino (e non escludo che i poveri sfortunati che lo hanno visto come me, abbiano seguito quella strada).

Giudizio complessivo: 2.5

Infelice visione


Trailer



Lasciate un commento, oh voi che leggete...
Per non perdervi neanche una recensione, seguiteci qui 😉:

     

Nessun commento:

Posta un commento