V/H/S/94: La Recensione del Film



Regia: Registi Vari


Dopo aver apprezzato sia V/H/S che V/H/S/2, ed essere rimasto fortemente deluso da V/H/S Viral, speravo che la saga antologica si riprendesse con questo quarto capitolo.

La curiosità si alternava tuttavia alla sensazione che la ripresa fosse lontana, anche perché in Viral i nomi che stavano dietro ai vari segmenti non erano proprio gli ultimi su piazza, e quindi il timore che il terrore su videocassetta avesse ormai detto la sua c’era.

Ma per fortuna sono stato smentito perché, tra i soliti alti e bassi che caratterizzano questo tipo di produzioni, in fin dei conti il film è assai godibile nel complesso, con più di uno spunto degno di nota.

Ma analizziamo i singoli cortometraggi per capirne di più.


Holy Hell

(Scritto e diretto da Jennifer Reeder)

Classica cornice che, come di consueto, serve a presentare i vari cortometraggi dell’antologia.

Una squadra SWAT perquisisce uno stabile in cerca di droga e spacciatori, ma troverà solo cadaveri, occhi che se ne vanno a zonzo lontano dai bulbi oculari di appartenenza, TV accese che riproducono i vari segmenti…e una sorpresina finale che dà quel pepe in più ad un episodio che dovrebbe fungere solo da semplice collante.

Se riuscirete ad abituarvi alle prime fasi dove la camera non è esattamente stabile, dovrebbe superare la sufficienza facilmente.



Storm Drain

(Scritto e diretto da Chloe Okuno)

Un paio di giornalisti impiccioni indaga su una bizzarra creatura chiamata Rat Man che sembrerebbe abitare nelle fognature della città. L’incontro con quello che si trova lì sotto non andrà esattamente come previsto.

Segmento molto interessante che si fregia di una camera piuttosto stabile e gode dell’inquietante atmosfera generata nei bui sotterranei. La figura del Rat Man appare un po’ grottesca e il corto si perde un po’ per strada, ma l’eccellente finale cazzarone e splatteroso riporta il tutto sui binari giusti.

Hail Raatma!



The Empty Wake

(Scritto e diretto da Chloe Okuno)

Dopo il breve spot commerciale "The Veggie Masher” diretto dallo Steven Kostanski di Psycho Goreman, eccoci al secondo corto dell’antologia, dove troviamo una giovane donna incaricata di occuparsi della veglia funebre di un uomo gettatosi dal tetto di una chiesa. Sarà morto per davvero???

Simpatico, anche se a tratti un po’ noioso, viene tenuto a galla da una buona atmosfera derivante dalla misteriosa e rumorosa bara e dalla pregevole figura di Mr. Edwards.

Discreto il grottesco finale.



The Subject

(Scritto e diretto da Timo Tjahjanto)

Nettamente il lavoro migliore di tutta l’antologia. Seguiamo le vicende del folle Dottor James Suhendra, specialista nel dar vita a creature metà uomo e metà macchina. Davvero vi devo dire che qualcosa andrà storto???


Già a partire dall’inquietante inizio, si capisce che ci si trova davanti a qualcosa di malato e geniale allo stesso tempo, con la curiosità di scoprire l’identità dei soggetti che aumenta via via in maniera esponenziale (e il regista è bravo a farteli scoprire con estrema lentezza, per goderti di più la sorpresa).

Il risveglio di Subject 98 è qualcosa di eccezionale, roba che Tetsuo spostati proprio, perché il suo pene trapano qui non avrebbe avuto scampo. La scoperta di tutte le nefandezze ideate dal dottore dà poi sfogo ad una carrellata di corpi modificati che si fregiano di effetti molto interessanti e culmina con un finale severo ma giusto.

Applausi.



Terror

(Scritto e diretto da Ryan Prows)

Un gruppo di estremisti progetta di riprendersi l’America e, per portare a termine il progetto, si aiuta con il sangue di una misteriosa creatura con sembianze umane.

Nettamente il corto peggiore del lotto e anche di molto. Confuso e pasticciato, non riesce mai a decollare nonostante le buone intenzioni e le potenzialità che in realtà aveva. Ma una pessima realizzazione (anche di quella specie di vampiro che non si capisce che cazz sia) compromette tutto, inficiando parzialmente il giudizio dell’intero film.



Nel complesso il nuovo V/H/S/ 94 riesce a risollevare la saga dopo il tonfo di Viral, grazie ad un corto eccezionale, due buoni e ad una sufficiente cornice. Non fosse stato per l’infelice ultimo cortometraggio probabilmente avrebbe pareggiato i primi due.

Ma, viste le nefandezze uscite di recente, possiamo ritenerci soddisfatti.

Giudizio complessivo: 6.8

Enjoy, 


Trailer



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