Regia: Letizia Lamartire
Baggio non credo abbia bisogno di particolari presentazioni, penso che più o meno tutti conoscano, almeno per sentito dire, il nome di questo straordinario calciatore. Un assoluto fuoriclasse.
E proprio perché più o meno tutti conosciamo il campione, questo film vira con decisione sul lato umano e ci mostra l'uomo. L'uomo dietro all'icona, l'uomo dietro al grande calciatore, l'uomo con il suo percorso, le sue cadute, i suoi dolori. Personalmente non conoscevo così bene la storia di Baggio e sono rimasto veramente colpito. Non solo per la sua storia, ma anche per il film in sé!
Perché la regia è accattivante e a tratti si esibisce proprio in virtuosismi che rubano l'occhio (riprese spettacolari dall'alto, piani sequenza, carrellate laterali bassi su un campo da calcio) e che sono sempre funzionali alla narrazione. Mi è piaciuto molto anche il montaggio, soprattutto in alcuni punti in cui sovrapponeva le immagini di Baggio bambino e di Baggio adulto, risultando molto toccante.
Anche gli attori mi sono sembrati tutti convincenti. Andrea Arcangeli in particolare è stato davvero strepitoso: non solo assomigliava a Baggio fisicamente ma anche nella parlata e nelle movenze. Mi sembrava di vedere il vero Baggio sullo schermo che reinterpretava parti della sua vita. Brava anche Valentina Bellé che interpreta la moglie (da segnalare la sua presenza anche in quel piccolo capolavoro che è Principe Libero, sempre un biopic ma su Fabrizio De André, da non perdere). Ma un plauso, secondo me, va anche ad Andrea Pennacchi che interpreta il padre di Roberto: proprio il loro rapporto mi è sembrato quello meglio tratteggiato e non a caso è quello che più mi è piaciuto. Un rapporto difficile, spigoloso, complicato ma emozionante e a tratti commovente.
A voler proprio fare i pignoli alcuni personaggi secondari sono forse buttati un po' lì, presentati poco e male, in maniera un po' superficiale (che fa anche rima). Gli effetti speciali in alcuni punti sono imbarazzanti e, inoltre, il film tende a dare per scontato qualche avvenimento nella vita di Baggio che forse meritava di essere, se non celebrato, almeno sottolineato un po' di più. Anche i colori tendono ad essere un po' spenti, ma forse era una scelta voluta.
Il risultato finale è comunque ottimo, secondo me. Non avrei scommesso un euro su questo film ma mi ha rubato il cuore, emozionandomi in più di un'occasione. Se volete farvi un'idea su chi era il Baggio uomo, su cosa ha affrontato nella sua vita, su chi o cosa lo ha sostenuto, non avete che da guardare Il Divin Codino. Lo trovate su Netflix.
Una piacevole sorpresa.
Giudizio complessivo: 8
Buona visione,
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