Regia: J Blakeson
La domanda principale che ci poniamo durante la visione del film è: se il mondo fosse diviso tra leoni e agnelli, la spunterebbero sempre i primi? Realmente il sistema premia il più aggressivo?
La risposta ce la dà Marla Grayson, protagonista del film e interpretata dalla magnifica e algida Rosamund Pike. Sì, lei è una dannata leonessa e la spunta sempre. Vediamo come.
Marla è una tutrice legale che sfrutta il suo ruolo per truffare gli anziani non autosufficienti. Grazie al suo lavoro li fa rinchiudere in case di riposo potendo così appropriarsi sempre più dei loro beni e resistere alle denunce dei parenti. Tutto procede bene fin quando non incontra l’anziana Jennifer, apparentemente sola e senza parenti. Scoprirà in seguito di aver fatto l’errore più grande della sua vita in quanto la signora è un pesce grosso ed imparentata con la mafia russa. È infatti nientemeno che la madre del boss interpretato da Peter Dinklage (Tyrion del Trono di Spade). Qui comincia la vera e propria fase di azione del film che sfocia in una serie di affronti ed incontri ravvicinati tra i due protagonisti per poi terminare con il colpo di scena finale.
La tensione attanaglia tutto il film ed è ben controllata. Come Marla, il film risulta spietato, implacabile, non molla mai ed è sempre focalizzato sul suo scopo. Blakeson ci pone di fronte a più generi, thriller, black humour, azione. Si parla di questioni raggelanti che accadono nel quotidiano ma non ci soffermiamo mai sul dramma, ci rimane una riflessione sui cattivi, sulla determinazione di Marla che non fa mai vedere un briciolo di umanità pur di ottenere il potere.
Il film è esattamente in simbiosi con la protagonista, niente fuori posto, immagini nitide, personaggi controllati. Non ci sono protagonisti con cui identificarsi, sia la Pike che Dinklage giocano sugli sguardi freddi, glaciali, scandendo le battute a memoria. Sentiamo un forte astio nei confronti della protagonista ma non è peggio stare con i mafiosi? Non ci sono personaggi positivi, quelli che subiscono sono soltanto ingenui e deboli.
L’essere Marla cosi determinata e spaventosa è il perfetto prodotto per il sogno americano. Lavorare, lavorare e non guardare in faccia a nessuno, è questo l’atteggiamento che ti porta al successo. Il risultato è quello che conta, non importa come l’hai ottenuto. Marla viene osannata come una donna manager da invidiare, un esempio di come in America si possono realizzare i sogni.
Blakeson voleva raccontarci anche l’altro lato della medaglia, il tanto acclamato sogno americano spesso si trasforma in un incubo soprattutto per i più deboli anche se di facciata non risulta. Il tema non è nuovo, è già stato raccontato ma questa versione non mi dispiace, si fa bene a non prendersi troppo sul serio a volte.
Per ultimo parliamo del colpo di scena finale, riesce abbastanza bene nella sorpresa anche se i più attenti lo possono trovare prevedibile. È sicuramente in linea con il retrogusto acido del film. Per mandare giù la pillola amara Blakeson ci lascia attaccati allo schermo fino all’ultimo minuto sperando che il fato colpisca i più marci, i leoni avranno quello che si meritano?
Io comunque mi sento una vera leonessa da tastiera! 😉
Buona visione,
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