Regia: Todd Sheets
Quando sei un appassionato di quel trash che va oltre il normale trash, e senti nominare il titolo Clownado, le tue sinapsi cominciano ad attivarsi in maniera vorticosa, fino a che in qualche modo riesci a mettere le mani su questo ennesimo esponente della categoria “Ma che cazz ho appena visto?”.
Sì lo so che sentire il termine sinapsi all’interno della recensione di un film come questo può apparire strano, ma in realtà anche lo stesso Clownado alla fine finisce con l’essere un qualcosa di leggermente diverso da quello che ci si aspettava, forse con un pizzico di delusione, forse con un pizzico di stupore.
La base di partenza tuttavia è chiara. Se come il sottoscritto conosci alla perfezione la saga di Sharknado (chissà cosa ho fatto per essermi meritato ciò), l’associazione è chiara ed in effetti succede proprio quello che ci si aspetta dal titolo (anche perché nella saga di Ferrante si parla di fulminadi, vaccanadi, safarinadi ecc ecc, ma di clown manco l’ombra).
Brevemente la trama. La moglie del proprietario di un circo si ritrova in una brutta situazione dopo che il marito scopre la tresca da lei organizzata insieme all’amante. Si rivolge quindi ad una zingara per mandare una maledizione ai vari clown del circo (tra cui il marito), ma qualcosa va storto e i pagliacci cominceranno a spostarsi attraverso i tornadi, massacrando tutto ciò che gli capita davanti.
Clownado è un film marcio, volgare e scorretto, non si contano i vari shit, asshole, bitch, motherfucker ed altri francesismi vari e racchiude al suo interno un super concentrato di sangue, materia cerebrale, intestini e altre parti del corpo estirpate in maniera non esattamente ortodossa. Ed è proprio questo che in realtà mi ha leggermente spiazzato, perché inizialmente mi aspettavo più una roba iper demenziale, e invece la parte gore è chiaramente quella su cui si spinge maggiormente (senza comunque tralasciare la parte demenziale sia chiaro eh).
Sin dalle prime battute si evince in ogni caso che la volontà di prendersi sul serio non era mai neanche stata presa in considerazione, e in questo la filmografia del regista Todd Sheets fornisce ampia garanzia su quanto appena espresso, aggiungendo un campionario di battutacce di dubbio gusto che probabilmente avranno fatto ridere solo lui (e un po’ anche me dai, siamo onesti).
Le scene girate malissimo non si contano e tra queste spicca quella del rito iniziale, davvero imbarazzante…ma imbarazzante per davvero (e se lo dico io…), ma fortunatamente ad esse se ne accompagnano altre piuttosto convincenti dal lato tecnico, in particolare quelle dove si fa ampio abuso di effettacci abbastanza ben fatti anche quando appaiono volutamente esagerati.
Ma alla fine della fiera, oltre al concentrato di brutalità varie, cosa rimane di questa saga del trash e dello splatter? Se la risposta a cui state pensando è NULLA, diciamo che siete sulla buona strada, perché di fatto non c’è molto da ricordare, partendo da una recitazione da incubo (fatta eccezione per l’attore che interpreta il marito, davvero un idolo) e una fase centrale in cui ci si tende ad annoiare un po’.
Ma per fortuna i tornadi/clownadi abbondano e i clown fanno sempre il loro sporco lavoro. A contrastarli avremo poi il solito gruppo di sfigatelli che però ad un tratto hanno l’idea del secolo: FERMARE I CLOWNADI CON L’AZOTO LIQUIDO. Come farlo non sarà poi del tutto chiaro per loro, ma punto in più per l’intraprendenza.
Tra uno sbudellamento e l’altro ci trasciniamo fino alla parte finale dove abbiamo una delle migliori sequenze dell’intera pellicola, ovvero la nascita del baby clown che ingurgita gli intestini della madre nel processo di fuoriuscita dal grembo materno. Seguono poi titoli di coda, con canzone dannatamente cantereccia, in puro stile Sharknadooooo.
Giudizio complessivo: SÌ, ma solo per pochissimi e con moderazione.
Enjoy,
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