Regia: Josè Manuel Cravioto
Proseguendo il giro dei rape and revenge (non mi chiedete il motivo, ma quest’estate mi è presa così), eccomi imbattuto in questo Reversal - La Fuga è Solo L'Inizio, che altro non è che la traduzione italica di Bound to Vengeance, una traduzione che ancora una volta non solo si discosta totalmente dal titolo originale (che se è stato scelto così, ci sarà stato un buon motivo), ma che proprio sposta l’attenzione su due concetti diversi.
Se infatti originariamente il tema centrale “vengeance”, non lascia dubbi su quale sia l’andazzo della faccenda (magari anche spoilerando direte voi), il puntare invece sul concetto di “fuga”, anche se come inizio per qualcos’altro, onestamente mi fa quasi pensare a due pellicole diverse.
Brevemente la trama. Dopo essere stata prigioniera in un luogo fatiscente e aver subito le peggio violenze, una ragazza tenta di fuggire per poi mettere in atto la sua personale vendetta. Ma ben presto verrà a scoprire altri fatti decisamente inquietanti che la metteranno davanti a scelte difficili.
In regia troviamo lo sconosciuto (almeno a me) José Manuel Cravioto, che non mi pare abbia girato altro al di fuori di questo (e forse è un bene mi verrebbe da pensare). La regia infatti non mi ha fatto impazzire, sia per quanto riguarda la parte generale, che soprattutto per quello che ci viene mostrato nelle sequenze found footage, a mio avviso confuse e poco significative.
Per quanto riguarda la storia, si sceglie di dare una gran prevalenza al” revenge”, lasciando più che altro intuire tutta la terribile fase “rape” subita dalla protagonista (e non solo). Con il tentativo di fuga messo in atto, i relativi ostacoli incontrati per strada e la scoperta di ciò che stava dietro a tutta la baracca, la pellicola comincia a farsi interessante, e si fa seguire piuttosto bene fino alla fine, mantenendo un bel ritmo, senza troppe inutili pause e godendo inoltre di una breve durata (80 minuti circa).
L’attrice protagonista è tale Tina Ivlev, e nel complesso se la cava egregiamente. D’altronde è sovietica (e sì, posso ancora dirlo visto che la carta d’identità riporta come data di nascita 10 giugno 1989), per cui la mia stima nei suoi confronti non può che essere massima (e se cercate google immagini credo possiate convenire con me). Peccato solo che il doppiaggio italiano stavolta non sia all’altezza, mannaggia a me che per una volta cerco un film non in lingua originale.
Quello che però penalizza oltremodo questo lavoro, sono le troppe situazioni forzate e difficilmente credibili, a partire da quella principale che riguarda il comportamento della protagonista. Nella vita normale infatti, la logica imporrebbe la sequenza: scappi, chiami la polizia, finisce tutto, con durata massima del film di minuti 10 e buona pace degli spettatori.
Ma se invece siete tra quelli che credete ancora a Babbo Natale (sì bambini, quel vecchio non esiste, sappiatelo) e non faticate a mettervi alle spalle la logica in funzione dell’intrattenimento, credo che possiate apprezzare questo Bound to Vengeance (alla fine ho deciso che mi piace più l’originale), nonostante un finale un po’ così che ancora devo decidere se mi sia piaciuto oppure no.
Giudizio complessivo: 6
Enjoy,
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