La Vergine Di Cera (The Terror): La Recensione del Film



Regia: Roger Corman

Se vi dicessi che Roger Corman, oltre a tutto quello che ci ha regalato negli anni, ha pure diretto un film con protagonisti Boris Karloff e Jack Nicholson, ci credereste?

Se non avete fiducia in me, non vi resta che recuperare La Vergine di Cera, discutibile adattamento italico del titolo originale The Terror del 1963, un film che non rientra nell’olimpo dei capolavori del regista, ma che in ogni caso vale assolutamente la pena di vedere.


Partiamo però con una considerazione, Corman ha girato il film in pochi giorni, avvalendosi di scenografie già esistenti e potendo godere di un budget leggermente inferiore a quello di Suor Filippina per la recita di fine anno scolastico. E tra le altre cose ha dovuto avvalersi anche del supporto di altri suoi illustri colleghi (tra cui Mr. Coppola) per girare alcune parti, in modo da finire il lavoro nei tempi. Per cui il film va anche valutato tenendo conto di questi aspetti.

Brevemente la trama. Un soldato francese, dopo aver incontrato una donna molto attraente, tenta di rimettersi sulle sue tracce, venendo in contatto con il Barone Von Leppe e con la sua controversa storia, fatta di intrighi, omicidi e misteriose apparizioni.


Già dalle prime immagini, anche se non sapeste da chi è diretto, è facile riconoscere subito la mano di Corman e i tratti tipici del suo cinema, a partire da quell’inizio con il mare in tempesta e i flutti che si frangono ove compare una grande villa che non può non richiamare alla mente gli Usher.

La coppia Nicholson-Karloff poi funziona, e non può che essere così, anche se forse sono un po’ di parte dal momento che, in una mia ipotetica top 3 degli attori preferiti, molto probabilmente comparirebbero entrambi, assieme al gigantesco Vincenzino Price, che sarebbe stato un ottimo candidato per vestire i panni del Barone (e chissà se il regista non ci avesse pensato) e che con i due aveva appena condiviso lo stesso palcoscenico ne I Maghi del Terrore.


Il giovanissimo Jack, che guarda caso deve i primi ruoli proprio al caro Roger (a partire da The Cry Baby Killer, con Corman produttore, che in seguito si piazza in cabina di regia per La Bottega Dei Mostri, La Vergine di Cera e I Maghi del Terrore) si mostra già a suo agio davanti alla macchina da presa, con quel suo ghigno malefico che diventerà poi un marchio di fabbrica certificato, mentre il caro vecchio Boris, che comunque continuo a preferire nelle sembianze del mostro che gli ha garantito la fama eterna, dimostra che per la pensione c’è ancora tempo.

Insomma, gli ingredienti ci sono tutti, per una pellicola che scorre via semplice, senza fronzoli e abbastanza lineare, con pochi dialoghi e molti intramezzi musicali, in aggiunta ad un’atmosfera malsana, garantita in primis dalla villa, che ti immerge direttamente all’interno della vicenda.


Ovviamente non manca qualche momento di fiacca, unito ad una sceneggiatura che non sempre si erge dritta come il vostro amico appena alzati la mattina. Aggiungiamo a ciò una minor tensione percepita rispetto ad altri capolavori Cormaniani e alcuni dialoghi non esattamente indimenticabili, ed ecco che probabilmente la convinzione di non trovarsi di fronte ad uno dei top del regista comincia a farsi strada, ma La Vergine di Cera resta comunque un prodotto valido, che gli appassionati del genere devono mettersi in saccoccia, grazie anche alla memorabile sequenza finale (che nella sua artigianalità e bruttezza ho apprezzato molto) e ad una Sandra Knight (all’epoca moglie di Nicholson) che si faceva guardare con gran piacere.

Buona visione,


Trailer



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