Autore: Dan Brown
Ho sempre considerato Dan Brown un eccellente creatore di storie, ma non un scrittore che metterei nella mia top 10, nel senso che, a mio avviso, riesce a catturare l’attenzione del lettore con vicende assolutamente adrenaliniche e coinvolgenti, ma scritte con uno stile che personalmente non mi fa impazzire.
Origin, l’ultimo suo romanzo uscito e pubblicato nel 2017, non fa eccezione da questo punto di vista.
Protagonista è ancora il Prof. Langdon, già visto nei lavori precedenti, che a sto giro viene invitato dal suo ex allievo Edmond Kirsch ad assistere ad una conferenza dove lo scienziato prometteva di svelare le risposte a quelle due domande che da sempre costituiscono punto di scontro fra le diverse correnti di pensiero. Da dove veniamo? Dove Andiamo?
Ovviamente ci saranno tantissimi interessi in gioco e ben presto Langdon, e non solo lui, si troverà in grande pericolo, così come in grave pericolo rischia di essere la sensazionale rivelazione, su cui praticamente tutto il libro è stato costruito.
E qui ecco confermare ciò che dicevo all’inizio. Seppur con uno stile abbastanza freddo, quasi giornalistico e privo di quel carisma che per esempio caratterizza uno Stephen King casuale, Dan Brown ti piazza subito la bomba alla quale non puoi resistere, costringendoti ad immergerti nella lettura per scoprire come andrà a finire la faccenda, grazie anche a quelle frasi ad effetto su questioni abbastanza spinose che caratterizzano spesso le sue scritture.
"E allora il mondo intero avrebbe capito che gli insegnamenti di tutte le religioni avevano davvero una cosa in comune. Erano clamorosamente sbagliati".
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A far da contorno alla storia, troviamo poi il solito corredo di opere d’arte, sulle quali Brown si sofferma in maniera impeccabile, con descrizioni accurate e assolutamente veritiere, come per altro viene ricordato anche all’inizio del libro. Quasi ti sembra di essere presente, per esempio, all’interno della Sagrada Familia, giusto per citarne una che ho realmente visitato.
Ma la Sagrada Familia non l’ho citata solo per una questione di presenza, perché di fatto è qui che la vicenda diventa davvero adrenalinica e assai pericolosa, con la minaccia che incombe e i tentativi di fuggire da essa che danno origine ad una serie di peripezie, forse un filo esagerate, ma decisamente godibili da leggere tutto di un fiato.
In mezzo troviamo anche qualche momento lievemente più pesante, in cui lo scrittore si fa prendere la mano da alcune lungaggini che rallentano un po’ il ritmo. E in questo senso pure la fase della presentazione finale, se non si è davvero appassionati della materia, credo possa risultare un filo ostica, anche perché risulta abbastanza lunghetta, seppur intrigante per i concetti che riesce a sviscerare.
"Pensava che, se fosse riuscito a convincerle a venerare il mondo naturale e le sue leggi che ci hanno creato, allora tutte le culture avrebbero celebrato la stessa storia della creazione invece di farsi la guerra per stabilire quale dei loro antichi miti fosse il più veritiero."
Ma ecco che anche qui Dan Brown riesce a tirar fuori un altro coniglio dal cilindro, con la creazione del “personaggio” di Winston, davvero una rivelazione a cui non puoi non affezionarti, e infatti pure Langdon non rimane impassibile dinanzi a lui. Tra l’altro proprio Winston riesce ad essere un perfetto esempio di come la tendenza intrapresa per il “dove andiamo”, possa essere una realtà che non dobbiamo sottovalutare.
Assolutamente consigliato se siete amanti di Dan Brown (o delle storie che riesce a creare 😅).
Giudizio complessivo: 7.8
Qui il libro
Enjoy,
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