Regia: Michele Massimo Tarantini
Incredibilmente mi sono accorto di essermi fatto sfuggire questo film e, complice la sua presenza su Prime Video, son riuscito a colmare la lacuna.
Effettivamente star dietro a tutti i prodotti facenti parte (chi più e chi meno) del mega filone del poliziottesco italiano non è affatto semplice, sia per l’elevato numero di esponenti usciti nel corso degli anni, sia per la poca fantasia nei titoli che spesso li accumunava facendoli pure confondere, in virtù della citazione della città protagonista della vicenda. Chiaro è che alcune perle come Italia a Mano Armata, Milano Calibro 9 e Milano Odia: La Polizia non può Sparare non possono essere confusi con nessuno, ma per tutti quei lavori che si collocano un gradino sotto (anche se pur sempre vicini all’eccellenza), a volte capita.
A rappresentare più che degnamente la città di Napoli, abbiamo per esempio nel corso di un paio di anni (’76 e ’77), ben 3 esponenti di tutto rispetto, a partire dall’eccezionale Napoli Violenta del mitico Umbertone Lenzi, passando per il buon Napoli Spara di Mario Caiano (con un indimenticabile Henry Silva), fino ad arrivare a questo Napoli Si Ribella, che forse non farà parte dei top della classifica, ma che si lascia guardare con vivo interesse.
Brevemente la trama. A Napoli è appena stato trasferito da Milano il temibile commissario Mauri, chiamato a tentare di reprimere la grande ondata di violenza che si sta sviluppando. Partendo da un apparentemente semplice furto in una cassetta di sicurezza di una banca, il Commissario si troverà invischiato in un giro più grande di lui, che lo vedrà fare la conoscenza di boss pericolosi e scagnozzi coriacei.
Stavolta non abbiamo nessun Merli a rendere gli onori di casa, bensì un Luc Merenda che prima di questo film aveva già avuto discrete esperienze nel genere, sia ne Il Poliziotto è Marcio (abbastanza convincente nonostante una forse eccessiva tendenza alla monoespressività), che nel ben più soddisfacente (a livello recitativo) La Polizia Accusa: Il Servizio Segreto Uccide. Nel complesso qui se la cava piuttosto bene, sfoderando una tamarraggine non indifferente, mista ad una eccessiva serietà quasi caricaturale, soprattutto in risposta alle grevi battute del fido maresciallo Nicola Capece detto "La volpe di Forcella", bene interpretato da Enzo Cannavale. Aggiungiamo poi un buon Claudio Gora nei panni di Don Domenico Laurenzi ed ecco che, nonostante i vari Merli, Moschin, Adorf e Milian abbiano marcato visita, il cast porta a casa una pagnotta più che meritata.
Le musiche che accompagnano le schermaglie tra il Commissario Mauri e i suoi opponenti sono, come spesso accade in queste pellicole, assolutamente un valore aggiunto e mettono già di buon umore quando partono i titoli di testa. Questa volta il responsabile è Franco Campanino che onestamente non ricordo aver composto altre colonne sonore di questo genere, ma che non può non farmi rammaricare di come al giorno d’oggi accompagnamenti simili (senza stare a scomodare i mostri sacri) ce li scordiamo.
Per il resto la storia non offre nulla di particolarmente originale o diverso da ciò che avevamo visto fino a qui, con le classiche faccende di droga, bande, tradimenti, inseguimenti per strade di Napoli e sparatorie, ma il buon Michele Massimo Tarantini, che per il resto della carriera verrà ricordato unicamente per film scollacciati ove Edwige Fenech e Lino Banfi la facevano da padroni, se la cava più che dignitosamente, lasciandoci un prodotto sicuramente non ai livelli dei capolavori del genere, ma che vale la pena ricordare e divulgare.
Giudizio complessivo: 7
Enjoy,
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