Autore: Paul Mendez
Anni ’50, sino ai primi 2000.
Ecco il lasso di tempo che percorre questo romanzo facendoci vivere un fortissimo disagio vissuto da chi, abbandonando la propria terra, ha creduto di trovare altrove la felicità, il lavoro, una bella casa, la famiglia perfetta.
Un viaggio attraverso generazioni, partendo da un ex pugile che ci fa provare tanta tenerezza nell'attenzione che rivolge alle proprie rose; il suo tocco magico risveglia giardini facendo esplodere la loro bellezza; giamaicano, nero, che ha lavorato per un ricco bianco e che sta inesorabilmente perdendo la vista.
Questa è una parte dolcissima e delicata, emozioni che proviamo guardandolo vivere, attraverso i sensi rimasti, la sua paternità; uomo che sogna un futuro migliore, che rimane incantato e successivamente ferito da quel mondo di bianchi nei quali sperava di trovare accoglienza e complicità.
Illusione...Un forte sradicamento dalla propria terra per ritrovarsi nella povertà, nel degrado, nel rifiuto della società avvolta nel razzismo.
Uno spezzato di vita affiancato successivamente da un giovane ragazzo dall'esistenza complessa e dolorosa.
Jess. Anche lui a Londra. Anche lui nero.
Facente parte di una comunità che non lo vuole e omosessuale. Lo vedremo prostituirsi e lasciarsi coinvolgere in situazioni pericolose pur di trovare un po’ di affetto...Quello vero. Sincero. Una parte del romanzo sessualmente molto esplicita, ma con uno stile che rende il tutto molto dolce.
Un libro che parla di temi forti e attuali: Omofobia, razzismo, emigrazione, identità. A tratti violento, estremo, delicato, sensuale e coraggioso.
Davvero sorprendente.
Qui il libro
Buona lettura,
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