Regia: Alain Robak
Prima di perle quali Sexual Parasite Killer Pussy o Denti, prima dei vari À l'intérieur e similari, nel 1990 in Francia prende vita uno di quei film di cui quasi nessuno, con grande rammarico, ha mai sentito parlare, Baby Blood.
Io stesso, fino a qualche giorno fa, non conoscevo né questa pellicola, né tantomeno il regista Alain Robak che per altro non mi risulta abbia prodotto altro prima e dopo quest’unica perla che purtroppo, causa distribuzione inadeguata, credo rimarrà inedita nel 98% dei paesi del mondo. Ma qualcuno che la divulghi per bene ci vuole, per cui se siete appassionati di quello splatteraccio sporco e genuino, fiondatevi a recuperarlo (anche se non sarà semplicissimo).
Un lavoro a dir poco grottesco, che mai tenta di prendersi troppo sul serio e che riesce pure a risultare inquietante in più di un’occasione, abbracciando diverse tematiche anche piuttosto complesse e delicate, anche se forse poi finisce col non approfondirne manco una (ma non è questo che ci interessa di fatto, e leggendo la trama ne capirete il motivo).
Yanka è una giovane ragazza che lavora presso un circo di dubbio gusto, dove il boss non verrà certo ricordato come esempio di uomo e capo ideale. Ad ampliare il parco felini, un giorno ecco arrivare un giaguaro infettato da un parassita che, una volta liberatosi dal corpo dell’animale, andrà a fare la conoscenza della nostra cara Yanka, intrufolandosi proprio lì dove non batte il sole. La ragazza resterà quindi incinta della creatura, dando origine ad un curioso rapporto madre-feto…perché il feto ha fame, fame di sangue umano.
La pellicola ruota per grande parte attorno alla figura della ragazza protagonista, interpretata con discreto successo da Emmanuelle Escourrou, che molto probabilmente non sarà ricordata per le sue doti recitative, quanto piuttosto per l’avvenenza delle sue forme, per altro generosamente mostrate in più di un’occasione, quasi come a voler sottolineare l’immagine della madre fertile nel pieno della sua esuberanza riproduttiva.
Eccezionali le scene in cui si prodiga per soddisfare la sete del futuro nascituro, in cui dimostra un sapiente uso del coltello che garantirà allo spettatore un’abbondante dose di sangue schizzante da ogni dove, a coronamento di alcune sequenze davvero pregevoli come per esempio quando si mette a limonare il tipo appena accoltellato per non farsi sgamare, o quando l’uomo ancora vivo sbuca dal frigo o, per finire, quella memorabile del sogno del parto. Gli effetti utilizzati, sebbene artigianali e non godenti di budget esattamente stellari, risultano inoltre estremamente soddisfacenti, rimandandoci a tutto quel genere di quegli anni che richiama inevitabilmente i lavori di Henenlotter, sia come forma, che come contenuto (Elmer resterà sempre un metro di paragone ben saldo per chiunque si cimenti con curiosi parassiti infestanti).
Molto interessante poi risulta il rapporto che si viene a creare man mano che la creatura si sviluppa all’interno del grembo materno, con la voce del vermazzo, generosamente offerta da Gary Oldman nella versione doppiata, che interagisce in maniera quasi telepatica con la madre, la quale sembra quasi godere nel far fuori quegli uomini che probabilmente in quel momento le riportano alla mente le angherie subite all’interno del circo. Parallelamente appare altresì curiosa l’avversione del suddetto parassita verso gli altri uomini che la donna incontra sul suo cammino, poiché lui è l’unico su cui Yanka deve riporre le proprie attenzioni, prendensosi cura delle sue esigenze ematiche e soprattutto mantendendosi in buona forma al fine di poter portare a termine la gravidanza (emblematica a tal proposito risulta essere la frase "Non si fuma quando si è incinta").
Insomma, per coloro che gioiscono alla vista del sangue tanto quanto la protagonista di questo film, consiglio recupero immediato di Baby Blood, non ve ne pentirete…a patto che riusciate a passar sopra ad alcuni inevitabili difettucci di fondo e situazioni a dir poco paradossali e difficili da credere che, a mio avviso però, non vanno a cozzare troppo con lo spirito della pellicola.
Giudizio complessivo: 8
Enjoy,
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