The Changeling (1980): La Recensione del Film



Regia: Peter Medak

Recentemente mi è capitato di sentir parlare piuttosto spesso del film The Changeling e niente, avendone un ottimo ricordo, mi è venuta la voglia di rivedermelo, a distanza di anni dalla prima volta.

E se il ricordo della passata visione, mi rimandava ad uno dei migliori film inerenti le case infestate, devo ammettere che anche il rewatch conferma in toto questa considerazione, seppur forse non inneggiando ad un capolavoro assoluto, ma “semplicemente” ad un filmone da recuperare in ogni caso per tutti gli appassionati del genere.

The Changeling è una pellicola elegante, raffinata, giocata sull’atmosfera che Peter Medak (do you remember La Classe Dirigente?) è riuscito brillantemente a ricreare, portando sullo schermo la reale esperienza vissuta da Russell Hunter a cui, non a caso, viene attribuito il soggetto del film.

Per farla breve, la trama vede un musicista che, dopo aver perso moglie e figlia in un drammatico incidente stradale, si trasferisce in una villa dove non si troverà in completa solitudine, a causa della presenza di un’anima tormentata.


Sentendo tale sviluppo, è innegabile che la storia non sembra nulla di così eccezionalmente originale, ma occorre tener presente che ci troviamo nel 1980, esattamente un anno dopo l’uscita di Amityville Horror, che per altro reputo leggermente inferiore. A partire da questi due capisaldi del genere, sono stati poi prodotti molti altri lavori, più o meno riusciti, riguardo case infestate e tutto il contorno previsto dal copione, ma ciò che è riuscito con The Changeling, l’ho visto ripetere con molta, molta fatica.


Si parte forte già da subito, con l’incidente che toglie ogni possibilità di serenità visiva e ci catapulta all’interno della casa, una location da DIESCI, che come di consueto non delude. Il sapiente utilizzo di luci ed ombre, unito ad un pregevole dosaggio del comparto sonoro, riesce a rendere l’ambientazione uno dei punti forti del film, garantendo una sorta di inquietudine h24 e non solo limitata alla fascia post tramonto del sole. La scelta delle musiche poi, ed il loro incombere nei momenti più opportuni, unite ad una regia sicura e molto valida, contribuisce ad aumentare il valore tecnico della pellicola.


Ma quello che personalmente ritengo sia il punto chiave della buona riuscita di questo lavoro, è il riuscire a trasmettere l’inquietudine di cui parlavo sopra, senza praticamente utilizzare jump scares, scene di particolare violenza o altri espedienti a cui siamo abituati ad assistere negli horror moderni. Qui è tutto giocato sull’immaginazione, sul suggerire qualcosa, su ciò che viene fatto immaginare nella testa dello spettatore. E bastano davvero pochi particolari per poter raggiungere questo scopo: un tasto del pianoforte che suona da solo, una pallina che rotola, una porta che cigola o una carrozzina che se ne va a zonzo per la casa; particolari che tra l’altro (soprattutto la pallina e la carrozzina), non si fatica a ritrovare più recentemente in altre pellicole più o meno riuscite, a testimoniare ancora una volta l’influenza avuta da The Changeling.


E comunque, trattandosi pur sempre di un film horror, alcune scene belle intriganti le ritroviamo ugualmente (due su tutte, il volto nella vasca e la sequenza dello specchio). Scene che senza dubbio colpiscono lo spettatore, mentre lasciano assolutamente impassibile il buon George C.Scott, che qui si ritrova ad interpretare il protagonista della vicenda. L’impassibilità dell’attore tuttavia non è da intendere come negativa in senso assoluto, anche se forse una minor monoespressività sarebbe stato lecito attendersela, visti i precedenti di Scott. Quello che intendo è la volontà (chissà quanto effettivamente studiata a tavolino, ma mi piace credere che sia così), di non mostrare un personaggio principale spaventato dagli eventi che lo circondano (come accade sempre in queste circostanze), quanto più di far apparire John Russell come una figura forte, che tiene botta e non si fa sopraffare dalla situazione.

Apprezzabile poi come, alla prima parte più legata alla componente horrorifica, si unisca la seconda fase più di indagine per risalire a cosa tormenti l’abitante misterioso che si aggira nella casa, con tutti i problemi derivanti da chi ha chiaramente l’interesse ad intralciare la ricerca della verità. Una verità che in conclusione riesce a dare il giusto senso alla vicenda, con un finale che piace, anche in virtù di quel carillon che si avvia mesto e solitario in mezzo alle macerie.

Recuperatelo.

Giudizio complessivo: 8

Enjoy,


Trailer



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