Psycho Goreman: La Recensione del Film



Regia: Steven Kostanski

Signori abbiamo un vincitore.

Non so di che cosa, ma non me ne importa, Psycho Goreman vince nella mia classifica di film più folli e gustosi che mi sia capitato di vedere recentemente.

E dire che lo avevo adocchiato da un bel po’ di tempo ma poi, per qualche ragione a me oscura, era rimasto lì nel dimenticatoio, fino ad un provvidenziale recupero che consiglio ovviamente a tutti coloro che si sentano pronti per intraprendere questo meraviglioso viaggio nel nonsense e nel disgusto.

Per farvi capire un po’ meglio e solleticare il vostro palato eccovi brevemente la trama. Due fratelli, lui buono e succube, lei stronza e insopportabile, scavando una buca di 70 metri nel proprio giardino, risvegliano un terribile e cattivissimo mostro alieno capace di distruggere interi pianeti e galassie. Ma sfortunatamente per lui, c’è una specie di telecomando tipo quello per alzare ad abbassare il divano che consente a chi lo maneggia di comandarlo a bacchetta. E quando il telecomando finisce nelle mani della bambina stronza, per il mostro saranno volatili per diabetici.


Ecco, questo solo per farvi intuire il tenore di questo film, un tributo a quella fantascienza degli anni ‘80 e anche un po’ 90 rivisto in un mix di generi che vede uno spirito di fondo da commedia familiare, intervallato sia a meravigliosi intermezzi splatter, conditi a loro volta da una decisa spruzzata di quell’ironia senza senso che francamente adoro, sia a citazioni dei più celebri horror dell’epoca (basta vedere la mano che fuoriesce dal terreno per farsi un’idea).


Il responsabile di tutto questo, che non smetterò mai di ringraziare, è tale Steven Kostanski, su cui onestamente nutrivo qualche dubbio dopo il non entusiasmante The Void del 2016. E a questo punto, notando che in mezzo ai due compare nella sua filmografia un promettente Leprechaun Returns del 2018, potrei quasi farmi tentare.

Se dalla breve presentazione della trama ancora non si era capito l’andazzo, basta giusto l’inizio, con tanto di epica presentazione della Forza Malvagia e susseguente gioco idiota dei due fratelli ad indirizzare lo spettatore verso il giusto mood, il tutto accompagnato da stacchi metal che farebbero felici Gli Atroci e i loro fans.

Ben presto facciamo poi la conoscenza di questa famiglia di pazzi (perché pure i genitori non è che stiano proprio benissimo), fondamentale per assecondare le idee folli del regista e poter di conseguenza portare a compimento il piano di risveglio di Psycho Goreman (per gli amici PG).

Ma chi è PG?

"Psycho Goreman è fantastico. È divertente, è alla moda, è wow ed è attuale”. 


Esatto bambina, per quanto tu riesca ad essere una delle più odiose figure mocciosesche che abbia mai incontrato (forse anche più del poppante di Babadook), questa definizione descrive alla perfezione la figura di colui che si presta a diventare uno degli idoli indiscussi del cinema degli ultimi anni. Un concentrato di violenza e cattiveria costretto a soccombere dinanzi alla terribile Mimi, diventando in breve tempo prima batterista della band capitanata dai fratelli, poi dog sitter e in seguito molte altre cose assolutamente imprevedibili. Tanto che, più passa il tempo, più la situazione si ribalta, con il pubblico che inizierà a tifare per lui non solo nella speranza che si liberi dal comando della bambina per poterla quindi trucidare senza pietà alcuna, ma pure quando le forze riunite dell’Universo scenderanno sulla terra per cercare di eliminarlo vista la sua pericolosità latente.


E qui il regista (autore pure della scrittura del soggetto) dà sfogo alla sua creatività, sfoderando una carrellata di mostri davvero pregevole, alcuni veramente esilaranti nella propria bizzarria. Ad aiutarlo nella buona riuscita dell’operazione, ecco un sapiente uso di effetti speciali volutamente sopra le righe, ma assolutamente genuini (e credo per buona parte artigianali, nonostante l’enorme quantitativo di figure mostruose presenti). Effettacci non fini a sé stessi, ma funzionali tra l’altro per la buona riuscita di alcune scene davvero epiche (due su tutte, il “Not today” proferito da PG con tanto di estrazione teste e la rottura del crocifisso da parte della bambina, roba che Castellitto e L’Ora di Religione spostatevi proprio).

Il finale (o pre-finale, fate voi) con il povero Alistair trasformato che non riesce a mangiare l’insalata dinanzi allo sguardo indifferente dei genitori è assolutamente geniale e riassume perfettamente lo spirito di Psycho Goreman, film che vi invito nuovamente a recuperare appena ne abbiate la possibilità.

Applausi.


Trailer



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