Regia: Joonas Makkonen
In un cottage sperduto nelle foreste finlandesi, un gruppo di ragazzi si ritroverà a fronteggiare un arrapatissimo coniglio antropomorfo, che mieterà vittime al fine di perseguire il suo unico obiettivo, prendersi tutto ciò che vagamente ricordi una figa.
Ecco, di solito non mi piace raccontare, anche brevemente, la trama dei film che vado recensendo, ma qui ragazzi come si fa a non fare un’eccezione??? Dai siamo seri (cioè no, forse non è possibile 😁), non si può non rimanere attratti da una storia simile, soprattutto quando sei cresciuto a pane e trash e sei un appassionato del cattivo gusto e dei film scorretti fino al midollo.
Ma se le aspettative erano comunque mediocri, il risultato finale è stato ben al di sopra delle attese, davvero non ridevo così tanto durante la visione di un film, ed in questo senso consiglio immediatamente la visione a tutti coloro che hanno fatto di Velocipastor e Killer Sofa degli autentici must see.
L’apertura è dedicata ai freddi paesaggi nordici, con una pregevole panoramica interrotta ben presto da una testa esplosa, con annesso schizzo di sangue (ottimo grazie, siamo quindi sulla buona strada 🙌). Brevemente viene poi introdotto lo scrittore in cerca della vena creativa, che si rifugia nel cottage in montagna, non ricordandosi delle sorti toccate al suo collega protagonista del racconto Ratto del Maestro King. Introduzione che però è fondamentale per far capire al pubblico la cosmicità della minchiata che stanno per vedere, intuibile sin dalla scomposta ed insensata reazione del soggetto al trattamento a cui viene sottoposto, nonché prologo per dei fantastici titoli di testa in cui viene ridisegnato il concetto evolutivo in maniera non esattamente scolastica.
Per il resto, il gruppo di ragazzi sufficientemente coglioni ce lo abbiamo, le fighe pure (e ci mancherebbe) e non mancano perfino dialoghi ficcanti che senza dubbio alimentano la qualità intrinseca del lavoro. Della serie “Scusi cosa c’è in queste torte di carne?”, “Sono ripiene di carne”…PERFETTO.
Ma non giriamoci attorno, la vera star del film è lui, Bunny, uno dei personaggi più assurdi e allo stesso modo divertenti che mi sia capitato di vedere. La sua comparsa in scena è pura poesia. Immaginatevi un uomo con un discutibile costume da coniglio di peluche, che si presenta in primis facendo l’elicottero dopo aver esibito un membro di tutto rispetto, per poi eccitarsi dinanzi al logo a forma di figa della maglietta di un tipo, che viene sfidato con un “Vediamo chi ce l’ha più duro” che non ammette (purtroppo per il ragazzo) possibilità di vittoria.
Da lì cominceranno poi una serie di situazioni deliranti che a stento vi faranno trattenere le lacrime, con la costante di Bunny che continua a correre da una parte all’altra al grido di “FRESH PUSSYYYYY”, violentando e massacrando tutto ciò che gli passa davanti. E a tal proposito bisogna ammettere che il sangue non manca, anzi spruzza piuttosto bene dai numerosi arti che vengono mozzati nei tentativi di arginare la bestia in calore, approfittando di effetti sicuramente casalinghi e low-budget, ma che nel complesso non sfigurano, grazie anche allo sfruttamento del buio, quale alleato per mascherare potenziali pasticci.
Le scene epiche non si contano, dalla corsa in prima persona di Bunny dove l’inquadratura è tutta per la sua virtù più sviluppata, allo Smeels Like Teen Pussy, alla breve e caricaturizzata entrata in scena di poliziotti ancora più deficienti dei ragazzi presenti, per poi arrivare alla battaglia finale con tanto di auto face-umiliation, roba che giusto l’Henenlotter dei tempi migliori poteva partorire.
Dinanzi a tutto ciò, è chiaro che il resto passa in secondo piano, facendo dimenticare probabili mancanze a livello tecnico, recitativo, di sceneggiatura ecc ecc…ma onestamente me ne sbatto, perché cagate del genere avranno sempre un posto nella mia personale classifica del disgusto.
Giudizio: SONO COMMOSSO
Enjoy,
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