Autore: Paola Barbato
Dopo aver iniziato dal fondo, leggendo la fantastica trilogia iniziata con Io So Chi Sei, proseguita con Zoo e chiusa con Vengo a Prenderti, ho iniziato a tornare indietro come i gamberi, recuperando solo ora Bilico, il romanzo di esordio di Paola Barbato.
L’inizio è già bello tosto, con la presentazione di una vittima i cui denti non sono stati lasciati, come dire, nelle loro posizioni originali, proseguendo poi con mutilazioni varie e scene del crimine descritte in maniera molto dettagliata, a farci capire subito che probabilmente non si scherzerà in quanto a violenza. Ed infatti è proprio così.
La figura centrale del libro a sto giro è la Dott.ssa Giuditta Lipari (ancora protagonisti femminili “in divisa” per me), gran personaggio davvero, carico di mistero, con tutte le sue stranezze, le sue paranoie e le sue bizzarre perversioni. Ciò che via via si scopre in merito alla sua vita e al suo passato, e che poi si ripercuoterà sul presente e sul futuro, riesce a creare un’ottima curiosità nel lettore che inevitabilmente sarà costretto a proseguire la lettura per capire come andrà a finire la faccenda, soprattutto da metà libro in poi.
Dico metà libro, perché di fatto è circa a questo punto della lettura che verrà fuori la grande svolta, quella che di solito ti aspetti alla fine e che ti scombussola tutto quanto hai già letto. Le convinzioni che ti eri fatto e le ipotesi formulate svaniscono in fretta, in favore di una risoluzione che piace e che ti consente di approcciare il romanzo da tutta un’altra prospettiva. Anche il discorso di infilare la svolta così presto, sebbene all’inizio possa sembrare azzardata, ritengo sia stata azzeccata, quasi come se fosse una sorta di spartiacque che dividesse in due la storia, senza per altro intaccarne il fascino.
Seppure si noti poi una scrittura un po’ meno matura rispetto agli ultimi lavori, devo ammettere che i tratti caratteristici della scrittrice milanese già qui sono ben presenti, e garantiscono una lettura piuttosto fluida ed interessante. Non mi sono sfuggiti, per esempio, quei mini spoiler di chiara influenza Kinghiana, sul fatto che “quella fosse l’ultima volta che un personaggio ne vedesse un altro…vivo”, qui a dire il vero appena accennati, ma poi maggiormente utilizzati nei libri seguenti.
L’unico appunto che posso fare, anche se piuttosto trascurabile, è che in certi punti l’ho trovato leggermente confusionario ed arzigogolato, perfino un po’ difficile da credere, nonostante il piano orchestrato per soddisfare i bisogni del killer, e di chi ci stava dietro, alla fine sia stato chiuso senza buchi evidenti.
Molto apprezzata infine la conclusione, con quel “NO” che risuona bello potente e che, in caso uno avesse seguito l’ordine cronologico di lettura, avrebbe fatto emergere il talento di Paola Barbato, che sarebbe poi stato confermato con le seguenti opere, ed in particolare con quelle citate in apertura.
Giudizio complessivo: 7.8
Qui il libro
Buona Lettura,
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