Durante un battuta di caccia, un saldatore del Texas ritrova un ingente somma di denaro, appartenente ad uno scambio di droga finito male, diventando così la prenda di un gruppo di criminali.
Recensione
I Fratelli Cohen tornano a far parlare di sè con l'ennesima perla in grado di riscuotere consensi positivi da pubblico e critica, arrivando sino a vincere vari premi durante la cerimonia degli Academy Awards.
Un western nudo e crudo, sullo sfondo delle desertiche e soleggiate distese del Texas, racconta una delle più brutali cacce all'uomo che si siano mai visti sul grande schermo.
Con una regia sempre brillante ed in grado di risaltare, grazie ad un buon comparto grafico, l'affascinante scenografia che si smuove alle spalle dei protagonisti, i due fratelli ci narrano di Llewelyn, un veterano del Vietnam ed ora saldatore, che durante una battuta di caccia un po' fiacca ritrova, sulla scena di uno scambio di droga tra bande finita male, una valigetta con una ingente somma di denaro.
Attirando subito l'attenzione dei possessori della refurtiva perduta, il nostro protagonista, interpretato da un ottimo Josh Brolin, non si perderà d'animo, cercando in tutti i modi di tenere al sicuro sua moglie ed anche se stesso, braccato, non solo dalla polizia, il cui sceriffo, prossimo alla pensione incarnato dal immenso Tommy Lee Jones, cerca di salvarlo dal destino che sembra essere ormai inevitabile, ma anche da vari mercenari, tutti al soldo del medesimo capo.
Tra tutti, il più pericoloso è senza dubbio Anton, un uomo
inquietante tanto nell'aspetto quanto nei modi, dal sangue freddo e dalla folle
crudeltà. Premiato agli Oscar come miglior attore non protagonista infatti,
Javier Bardem, ricopre più di tutti il suo ruolo e compito all'interno di
questa sanguinosa storia.
Ciò che i registi narrano infatti, è una storia il cui
fulcro centrale ruota intorno al concetto stesso di male. All'interno di essa
infatti abbiamo un uomo, la cui moralità e la predisposizione a fare del bene,
sarà motivo di non pochi problemi ai suoi danni, per mano di chi, invece,
rappresenta un male assoluto, apparentemente invincibile.
Ma anche se sembra essere tutto o chiaro o scuro, i Cohen
osano inserendo nel mezzo anche una, passatemi il termine, sfumatura di grigio.
Essa è evidente nel ruolo del nostro anziano sceriffo, un uomo che ha messo la
sua vita al servizio degli altri, come suo padre ed i suoi nonni prima di lui,
ma che arrivato ormai alla fine del suo viaggio, non solo come portavoce di
giustizia, si rende conto di come il mondo, e di conseguenza il male, stiano
cambiando e di come essi siano inarrestabili, acquisendo coscienza di come
l'agire o meno sia quasi sempre, per lui, inutile.
Perchè il tempo passa, il mondo cambia, e questo non è più
"Un Paese per Vecchi".
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