Autore: Hans Fallada
In una repubblica di Weimar ormai al tramonto si percepisce nell'aria ciò che ora conosciamo e fa rabbrividire, il 1933 è ormai alle porte, ma loro ancora non lo sanno. Sanno che la disoccupazione inghiotte senza pietà, vita pubblica e privata non hanno più confini, l'inflazione si è portata via interi capitali, essere poveri trasforma in persone da condannare, mezzi per difendersi non ne esistono, il lavoro li esaspera portando competizione, invidia.
Pinneberg scende sempre più nell'indigenza, gli abiti logori, un colletto bianco che passa dalla sicurezza iniziale all'invisibilità successiva, indeciso politicamente, muove passi con affanno e amarezza, difficile definire "casa" le quattro mura in cui vive, ma accompagnato dal figlio appena nato e dalla dolcissima e determinata Emma, l'abitazione diviene un reame.
Lei lo abbraccia, lo conforta, ha sempre una consolazione per entrambi. Emma, detta Lämmchen (agnellino), rappresenta l'illusione di quegli anni: un nido caldo, il rifugio, la strada che permette di riprendere fiato, la ragione che dona ogni giorno il coraggio di riaprire gli occhi all'alba, e la forza di non vergognarsi.
Un romanzo diviso in due realtà contrapposte: un mondo orribile e la semplicità di una donna/focolare rappresentazione della lealtà, dell'onestà, dell'infanzia. Una storia che va interpretata ed osservata ad un livello profondo e, per poterlo fare, è necessario analizzarne il titolo dal quale parte e si snocciola la potenza di questo romanzo.
Kleiner Mann, Was Nun?, titolo originale. Letteralmente tradotto: Piccolo uomo, adesso?. Già...piccolo, debole, dalle spalle curve, che non si ribella, che non sa per chi votare, che gestisce con la moglie le spese al centesimo perché quello stipendio non basta, un uomo che vorrebbe urlare la propria rabbia, incendiare, sparare, oppresso, sfinito dalle angherie, dalle ingiustizie, dalle menzogne e che si chiede: cosa vogliono far diventare gli uomini? Bestie?
Un uomo che vorrebbe...nemmeno sa cosa, tutto e niente, e abbassa la testa.
Lui è il Das Volk (il popolo), un numero enorme di uomini come lui, portati all'esasperazione licenziati dall'oggi al domani, dimenticati inizialmente e picchiati successivamente.
Si sente nell'aria quel che accadrà e ad oggi si riflette grazie a Beniamino Placido e Ralf Dahrendorf: la loro rabbia implosiva potrebbe essere stata concausa di "nervosismi, isterismi e forse nazismi?" Se avessero parlato? Se fossero stati più uniti? Se fosse nato uno sforzo comune dalle fondamenta? Qui "i colletti bianchi" si fanno la guerra, mortificano, non si supportano.
E la seconda parte del titolo was nun? Vale a dire adesso? Già...e adesso? Penso alla parte riguardante il focolare familiare e sento Lämmchen dire adesso torniamo a casa, poi tutto si sistemerà se stiamo insieme, penso al bambino che sta crescendo e mi dico e adesso? Come crescerà questo figlio in una situazione economica così terribile? Cosa avrà?" e infine a quell'azzardata riflessione che Placido ci offre: e adesso? Esiste un modo per uscirne? Resisteremo a non restituire questa ingiustizia?.
Questi sono solo punti di riflessione, una lettura che va interpretata, avrei bisogno di molto più spazio, ma lascio a voi il tempo d'incontrare Heilbutt col suo movimento naturista, il contabile che si arruola per noia nelle SA, la madre di Pinneberg (tenutaria di un bordello), il suo amante dal cuore grande e tanti altri uomini e donne del popolo che non smettono di combattere grandi battaglie in questa Berlino che sta per vivere l'ascesa di Hitler.
Qui il libro
Buona lettura,
Nessun commento:
Posta un commento