Regia: Kevin Macdonald
Soggetto: Stephen King
Sceneggiatura: Bridget Carpenter
Jake Ebbing (James Franco) è un insegnante d'inglese e nel 2016 conduce una vita monotona e solitaria. Un giorno un suo amico, proprietario di una tavola calda, gli chiede un grosso e insolito favore: sventare l'omicidio di John Fitzgerald Kennedy.
"E come diamine fa a sventare un omicidio avvenuto 53 anni prima?" vi chiederete voi. È presto detto: una stanza della caffetteria fa da portale col passato e una volta superato tale portale ci si ritrova nel 1960. Basta aspettare 3 anni e sventare l'assassinio.
Il proprietario della tavola calda (Chris Cooper) si è ben documentato sull'argomento e lo farebbe lui stesso, ma il cancro lo sta consumando e non ha il tempo necessario per evitare l'omicidio. Jake, inizialmente riluttante, alla fine accetta l'arduo compito.
22.11.63 è una miniserie tratta dall'omonimo romanzo di Stephen King, che vive di alti e bassi.
Da un lato abbiamo una sceneggiatura accattivante e un tema non nuovo, come quello dei viaggi nel tempo e del cambiare il passato, ma interessante perché spostato su una vicenda realmente accaduta. Dall'altro abbiamo dei dialoghi a tratti poco ispirati e banali (forse a causa di un cattivo doppiaggio o di un cattivo adattamento in italiano) e tanti, troppi dettagli tralasciati e non spiegati, troppi personaggi presi e poi abbandonati senza approfondimenti ulteriori. Probabilmente nel libro tutto ciò non accade ma non avendolo letto potrei sbagliarmi.
Tutto da buttare quindi? Assolutamente no perché la serie nel complesso intriga e fino alla fine sei curioso di scoprire come andrà avanti.
Il finale di stagione poi è meraviglioso. Forse l'elemento più bello e che a mio parere salva in toto la serie. Un finale commovente, struggente e bellissimo che ha smosso il mio cuoricino da finto duro. Vi consiglierei di guardarvi 22.11.63 solo per il finale.
In sintesi, non è una serie imperdibile e ha tanti difetti, il principale forse è una sorta di superficialità che porta a concentrarsi troppo sulla storia e meno sulla costruzione e l'approfondimento dei personaggi, ma al contempo ha tanti pregi, tra cui la trama appunto (che incuriosisce, offre spunti di riflessione e mantiene una sua coerenza interna) e un finale di stagione che strappa emozioni e lacrime.
Aggiungo infine che essendo una miniserie da 8 episodi si finisce piuttosto in fretta.
Giudizio complessivo: 7
Buona visione,
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