Regia: Claudio Noce
Facciamo un salto alla 77ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia e vi parliamo di un film in concorso durante questa edizione e che poi è uscito il 24 settembre 2020 nei cinema: Padrenostro, una pellicola di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino che, per la sua interpretazione in questo film, ha vinto la Coppa Volpi.
Trama
Roma, 1976. Valerio ha dieci anni e come tutti i bimbi è vivace e provvisto di una fervida immaginazione. La sua vita serena viene sconvolta quando assiste all’attentato ai danni di suo padre Alfonso, un questore, da parte di un commando di terroristi del NAP.
Da quel momento la paura segna l'armonia familiare e Valerio si sente perso, sentendo allargarsi la distanza tra lui e i genitori che cercano di proteggerlo. È allora che conosce Christian, un ragazzino solitario e sfrontato poco più grande di lui. Quell’incontro segnerà un'estate e le loro vite.
Mood
Claudio Noce dirige una storia che pesca nella sua vita privata: suo padre, il vicequestore Alfonso Noce, fu infatti effettivamente vittima di un attentato negli anni '70. È un film quindi che ha un taglio molto personale e non intende ricostruire tanto un periodo storico, quanto il passaggio dall'infanzia all'adolescenza e a una maggiore consapevolezza, nonchè la storia di un'amicizia tra ragazzi.
Il film è un poetico ritratto di un rapporto padre-figlio, con un papà spesso assente ma sempre presente (un Favino immancabilmente ottimo), affettuoso ma che non può mostrare di avere paura ed essere fragile, e con un figlio che adora suo padre ma patisce quella sorta di incomunicabilità, che all'epoca era forse più frequente, quando ai bambini certe cose non si raccontavano, un po' per proteggerli, un po' perché ritenuti troppo piccoli per capire.
Due ore piacevoli in cui ci si immerge in una storia molto italiana, raccontata tramite lo sguardo di un bambino e per questo capace di parlare a ciascuno di noi.
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Buona visione,
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