Autore: Lucio Schina
Nuovo lavoro per Lucio Schina (edito Segreti In Giallo), un progetto sicuramente interessante che già mi aveva incuriosito sin dai primi articoli e post vari che avevo letto in giro.
Sinossi
Sei amici e un camper: destinazione New York.
Una prospettiva idilliaca che si trasforma in un film horror quando il gruppo incontra un assassino psicopatico. Come da manuale, armato di ascia, il folle omicida inseguirà i malcapitati che intraprenderanno una rocambolesca fuga per giungere, si spera vivi, nella Grande Mela.
Come suggerisce l’autore, il titolo prende chiaramente spunto dal “Verniano” Giro del mondo in 80 giorni, per poi sviluppare la sua storia e catapultarci all’interno di questo avventuroso viaggio verso la destinazione prefissata.
Un viaggio che gioca molto sul concetto di horror, dal momento che i protagonisti ne sono senza dubbio affascinati e forse anche un tantino influenzati nelle loro scelte. Ma il bello è proprio questo, il tentare di rispettare il copione che tutti vorremmo suggerire agli attori impegnati a sopravvivere nelle più disparate situazioni, non rendendosi conto che a volte non è proprio così semplice come quando si dirigono le operazioni comodamente sdraiati sul divano. Curiosa, a tal proposito, la disamina con cui i ragazzi tentano di ragionare su chi abitualmente muore per primo nei film horror, al fine di evitare di ripeterne le gesta.
A corredare tutte le considerazioni appena esposte, troviamo svariate citazioni dirette di titoli e personaggi appartenenti alla categoria, da L’Esorcista a Taxi Driver, dai morti viventi di Romero a Samara di The Ring, passando per Duel, Gli Uccelli e molti altri, ai quali si aggiungono altrettanti riferimenti più celati, che giusto i più affezionati cultori riusciranno a cogliere.
Lo stile è molto ben curato; una scrittura scorrevole e frizzante segue molto bene le vicende on the road e anche la scelta di evitare i capitoli, all’inizio forse un po’ spiazzante, alla fine regge bene. Molto interessanti poi risultano alcune descrizioni che ben caratterizzano protagonisti e situazioni come per esempio quegli "occhi di ghiaccio, da cui brillavano lame luccicanti di follia".
L’adrenalina che si sviluppa durante gli attacchi del killer sale col passare del tempo, trovando il culmine in quell’inseguimento alla “Duel” che spinge il lettore a continuare facilmente la lettura e a giungere rapidamente all’epilogo.
Per concludere, Il Giro Dell’Horror In 80 Brividi si presenta come una storia tutto sommato lineare, senza chissà quali colpi di scena o arzigogoli di trama, ma che si fa leggere con estremo piacere in virtù della breve durata, dell’accuratezza con cui è stato scritto, dell'ironia con cui l'autore condisce il tutto e di tutti quei riferimenti che, un appassionato dell’horror quale è il sottoscritto, non può non apprezzare.
Qui il libro
Buona lettura,
Nessun commento:
Posta un commento