Regia: The Vicious Brothers
Sono passati circa 10 anni dall’uscita della pellicola nelle sale cinematografiche, ma il tema trattato resta tutt’ora di grande interesse e probabilmente ampliato dagli innumerevoli programmi televisivi a tema cacciatori di fantasmi che si sono susseguiti negli ultimi anni.
Per tutti i 90 minuti della pellicola infatti, vedremo Lance Preston, interpretato da Sean Rogerson, affiancare la troupe del programma televisivo ESP Fenomeni Paranormali, che si occupa per l’appunto della caccia ai fantasmi, pronto a girare un nuovo episodio della serie all’interno di un Ospedale psichiatrico abbandonato, all’interno del quale da anni vengono segnalati alcuni fatti inspiegabili.
Per aumentare l’interesse del pubblico e generare più tensione negli spettatori del programma, decidono volontariamente di chiudersi per l’intera notte all’interno dell’edificio, in modo da poter effettuare le indagini sul paranormale e catturare il tutto tramite le loro telecamere.
Una volta dentro l’edificio e senza alcuna comunicazione con il mondo esterno faranno però l’amara scoperta che l’edificio non solo è abitato da spaventose presenze, ma è vivo e non sembra intenzionato a lasciarli andare via. I nostri protagonisti, persi nel labirinto dell’edificio, verranno continuamente terrorizzati dai fantasmi degli ex pazienti dell’ospedale, tanto da iniziare ben presto a mettere in discussione la loro stessa sanità mentale.
Una pellicola decisamente interessante che non può non riportarci alla mente la fortunata saga di Rec, per le sue riprese claustrofobiche e in soggettiva, o pietre miliari del cinema come The Blair Witch Project, soprattutto per quel che riguarda le dinamiche della narrazione e del falso documentario. Gli stessi registi infatti dichiararono che il film veniva presentato come un filmato ritrovato a seguito della sconvolgente esperienza paranormale vissuta da una troupe televisiva.
Fortunatamente, a differenza dei suoi predecessori, che avevano puntato più sulla campagna pubblicitaria che sul contenuto, ESP riesce a mantenere le premesse raccontando una trama non originale ma non chiudendo sul più bello, riservando nella parte conclusiva l’epilogo a cui saranno destinati i nostri protagonisti. Parte conclusiva che già da sola vale la visione di una pellicola non priva di difetti, ma che si lascia guardare piacevolmente e con la giusta tensione.
In conclusione, ESP racconta una storia non originale, ma confezionata con professionalità e con la giusta cura dei dettagli, riuscendo a non lasciare lo spettatore con la sensazione di aver visto un film a metà che si interrompe proprio sul più bello, proprio quando dovrebbero entrare in scena gli elementi del genere horror.
Buona visione,
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