Regia: Kornél Mundruczó
Trama
Martha e Sean sono una giovane coppia che si apprestano a vivere quello che dovrebbe essere una delle più grandi gioie della vita, diventare genitori.
Recensione
In un mondo popolato da miliardi di persone, spesso molte cose vengono date per scontate. Ci ritroviamo testimoni di fatti così tragici da sembrare inverosimili, liquidando certe tragedie con un "tanto a me non capiterà mai".
Pieces of a Woman ha rappresentato proprio questo per me, un crudele sguardo ad una realtà, ad una tragedia, troppo grande da sopportare ritrovandomi a dire, tra me e me, "tanto non mi capiterà mai", ma peccando di presunzione nel dare per scontato il concetto stesso di vita.
Non molte volte mi capita di percepire una così enorme empatia verso la storia che mi viene raccontata, verso determinati personaggi, arrivando a soffrire con loro, essere preoccupato come loro, a piangere con loro.
Dopo questa premessa, piuttosto intima, capirete che ciò che vi aspetta non sono due ore di un tipico drama messo su giusto per passare il tempo e stimolare le lacrime. Pieces of a Woman è un'esperienza tanto cinematografica quanto umana ed entrambe le parti, proprio come quelle di una mela tagliata in due che perfettamente combaciano, meritano di essere approfondite.
Il fattore scenico è a dir poco fantastico e fa partire la visione con un ben giostrato piano sequenza della durata di 30 minuti in cui il regista gioca coi primi piani, stringendo sui presenti nella stanza al momento del parto di Martha, rendendo la tensione quasi palpabile e regalando attimi di puro cinema, la cui messa in scena è tra le più emotive e realistiche che abbia mai visto.
Merito di una più che buona interpretazione di Shia LaBeouf che cede, nel ruolo di protagonista quasi assoluta, le luci del palco ad una immensa Vanessa Kirby, che si dimostra un'ottima concorrente per la corsa agli Oscar.
Tutto è perfettamente confezionato, dalle musiche alla fotografia, nel rimarcare una donna ormai a "pezzi" per il suo lutto, alienatasi dalla realtà nella sua posizione di una madre che tale però non si può definire ed il cui viaggio verso una pace interiore e verso una rassegnazione difficile da raggiungere, risulteranno essere ostacoli non facili da sormontare.
Sappiamo, anche troppo bene ormai, della complicata composizione della natura umana e di come determinati accadimenti possano variare, anche in maniera profonda, il nostro modo di vivere, pensare o semplicemente interagire col prossimo. Un drama che si estende oltre quindi la dimensione cinematografica per arrivare a toccare direttamente i cuori degli spettatori ed in alcuni casi, magari, cambiare il nostro modo di vedere le cose, smettendo di dare per scontato ciò che ci circonda, come la nascita di una bambina ed il miracolo che esso rappresenti, o le difficoltà di un parto, spogliandoci di quella veste narcisistica che la cultura odierna ci ha quasi imposto di esporre come una maschera di presunzione, e cercando di smetterla di liquidare determinati eventi con "tanto a me non capiterà mai".
Giudizio complessivo: 8
Buona visione,
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