La Stanza: La Recensione del Film



Regia: Stefano Lodovichi

Una donna in abito da sposa, in piedi su di un davanzale, è pronta a porre fine alla sua vita. Poi il campanello suona.

Recensione


Il 2021 parte alla grande con un thriller drammatico tutto italiano che fa l'occhiolino alle produzioni d'oltre oceano, riuscendo però a reggere il confronto e mostrando come il cinema nostrano possa tornare alla ribalta con produzioni di genere ben diverse da quelle a cui siamo abituati a vedere. 

Salvata dal suono del campanello, una donna sull'orlo del suicidio si ritroverà davanti la porta uno sconosciuto che dice di conoscere suo marito e di aver affittato una camera presso la loro abitazione, un tempo di uso alberghiero. 

Presto si scoprirà che il misterioso individuo conosce più di quanto dovrebbe, innescando una sequenza di inquietanti avvenimenti che giungeranno ad un tragico quanto poetico finale. 


Non parlando di altro per non rovinare la piacevole scoperta di questo nuovo astro nascente del cinema italiano, La Stanza è un tipo di cinema che non siamo certo abituati a vedere con su la firma di nomi familiari, mettendo in scena la comunque buona interpretazione dei tre unici attori protagonisti, convincente anche se in alcuni frangenti non sempre al top, presentandoci le vicende che mano a mano si accavallano nella nostra mente, sullo sfondo di una suggestiva ed enorme casa in stile barocco che più volte richiama le atmosfere alla Suspiria, mescolando più volte le carte in tavola e rendendo la visione un criptico thriller carico di dramma.


Così come criptico e di libera interpretazione è il finale, che lascia agio allo spettatore di scegliere ciò in cui credere, dove io mi avvalgo della versione, seppur surreale ma nuda e cruda, che il regista mette in scena, e che non lascia dubbio sul messaggio che Lodovichi vuole lanciare con la sua magistrale e curata regia, coadiuvata dall'ottimo lavoro svolto dalla fotografia e dal montaggio. 

Nella sua visione di fiaba, se così vorremmo definirla, cupa ed onirica, la sceneggiatura reinterpreta la separazione e lo scioglimento del nucleo familiare attraverso il dolore, la sofferenza nonché l'abbandono che sono i figli a subire, soprattutto in futuro. La Stanza sono quindi le quattro pareti della nostra mente, quel luogo sicuro dove ci rinchiudiamo per fuggire dalla realtà, per sfuggire al dolore, ma dove basta aprire la porta e lasciare entrare un atto d'amore, e dove anche solo un abbraccio o una parola detta col cuore può fare la differenza.

Giudizio complessivo: 7

Buona visione,



Trailer




Lasciate un commento, oh voi che leggete...
Per non perdervi neanche una recensione, seguiteci qui 😉:

     

Nessun commento:

Posta un commento