Autore: Henry James
A volte tutto quello di cui si ha bisogno è una bella storia di fantasmi, e Il Giro di Vite di Henry James è una bella storia di fantasmi, ma non è solo quello. Il Giro di Vite (The Turn of the Screw) è un romanzo breve comparso a puntate sul Collier’s Weekly nel 1898.
La trama può sembrare semplice ad una prima lettura: una ragazza viene mandata in un vecchia magione, Bly, per fare da istitutrice a due bambini, Flora e Miles. Passati i giorni la ragazza si renderà conto che qualcosa a Bly Manor non va.
Quello che salta subito all’occhio al lettore è il modo in cui la storia principale, la storia di Bly Manor, è incastrata nella trama generale: alla Vigilia di Natale un gruppo di persone si trovano e si raccontano storie di fantasmi attorno al fuoco, quando Douglas dice di possedere un manoscritto di una donna ,che tempo prima era stata istitutrice, che racconta di una casa infestata.
Ci troviamo quindi davanti ad un racconto nel racconto in cui un personaggi anonimi raccontano le loro storie, non vissute in prima persona.
La vita a Bly scorre tranquilla fino al momento in cui l’istitutrice non vede un primo spettro e poi un secondo e farà di tutto per proteggere i bambini perché secondo lei gli spettri vogliono proprio questo: prendere i bambini e portarli con loro. La vita quotidiana è scandita dal terrore che l’istitutrice prova per questi spiriti morti che in ogni modo cercando di rientrare in contatto con i vivi.
Ma quello che leggiamo è reale? Il Giro di Vite è davvero una storia di fantasmi o è una storia della follia umana? A noi tutto appare sfumato e irreale ma letto con gli occhi di un vittoriano, periodo in cui le presenze sovrannaturali erano percepite come reali, beh stiamo parlando di qualcosa di davvero orrori fico. E anche qui come raccontato per Poe abbiamo a che fare col concetto di perturbante ben spiegato da Freud. La casa come luogo di morte e terrore e non più come luogo di calore e sicurezza, una casa in rovina come è in rovina la mente di colei che custodisce i suoi abitanti.
[...] "E che ne è stato di lui?". Tardò tanto a rispondermi, che mi sentii ancor più rimescolata. "Se n'è andato anche lui" sbottò alla fine. "Andato dove?" "Dio sa dove! È morto." [...]
Ma siamo così sicuri che i fantasmi ,che la protagonista senza nome vede, esistano davvero? Dopotutto solo lei ne ha percezione visiva e nessun altro, non i bambini e nemmeno la Signora Grose, la domestica di Bly. È tutto un parto della sua mente malata o c’è dell’altro? Il suo senso di protezione per i due bambini è davvero un volerli proteggere dal male o è solo mera ossessione?
Non lo sapremo mai perché nemmeno i protagonisti della storia lo sanno e forse nemmeno lo stesso James lo sa, ognuno può pensarla come preferisce può decidere di dare retta alle informazioni di seconda e terza mano date dai narratori della storia o se non fidarsi.
[...] "La fissava?", "Ah, con quegli occhi spaventosi! Con una determinazione...indescrivibile. Con un'intenzione quasi furiboda". La feci impallidire. "Intenzione?". "Di impadronirsi di lei". [...]
La storia tessuta da James mi è piaciuta moltissimo sia per il modo in cui è scritta che soprattutto per le modalità di costruzione della storia. Mi è piaciuto tanto quanto avevo odiato L’Incubo di Hill House della Jackson, che alla novella di James deve indubbiamente molto, ma che continua a non trasmettermi emozioni soprattutto per i suoi personaggi che continuo a trovare irritanti e odiosi e ho sempre sperato morissero alla pagina successiva.
Scopro che la novella è diventata anche una serie tv per Netflix, ma non l’ho vista e penso che non la vedrò per cui non saprei farvi una comparazione però vi invito a leggere la storia di James perché è molto breve, ha una bellissima atmosfera, e magari vi può aprire le porte verso la narrativa gotica.
Se la storia del libro vi ricorda un po' The Others di Amenábar, bravi; ma non aspettatevi gli stessi colpi di scena perchè il film ha un po' poco a che vedere col libro, se non per una leggera somiglianza di trama, ma nemmeno tanto, e le conclusioni nettamente differenti.
Qui il libro
Buoni fantasmi,
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