Ammazzavampiri (Fright Night): La Recensione del Film



Regia: Tom Holland

«Vi do il benvenuto a Ore d’Orrore...Dal vivo.»

La locandina è già una promessa mantenuta: un villino immerso nel buio, la finestra illuminata al primo piano da cui scorgiamo una sagoma che guarda fuori. E poi le nuvole (o volute di fumo) che aleggiano intorno alla casa a formare un volto con mascella zannuta e beffarda, degna delle migliori cattedrali gotiche. 

Da bambino, in videoteca al sabato pomeriggio, tale cover mi affascinava e respingeva. Sembrava dirmi: “affittami se hai coraggio”. Quest’ultimo arrivò con l’adolescenza e le prime paghette.

L’idea di base è un film sul ragazzo che grida “al lupo, al lupo” in salsa vampiresca. Viene a Tom Holland che scrive la sceneggiatura in sole tre settimane e col quale esordisce alla regia.

Charlie Brewster è un adolescente in fissa coi film horror che ha un nuovo vicino di casa, Jerry Dandridge. Costui è un bell’uomo, sornione, che dorme fino a tardi e che quando ha voglia di uno spuntino lo ordina a domicilio: giugulare senza cannuccia, citofonare vampiro. Charlie lo sgama quasi subito ma nessuno gli crede; la fidanzata Amy lo compatisce, l’amico Ed lo spernacchia e Jerry, dopo un primo avvertimento non tanto bonario, aspetterà il prossimo calar del sole per fargli un mazzo a tarallo. Charlie si rivolgerà così a Peter Vincent, attore televisivo della trasmissione Ore D’Orrore (il Fright Night del titolo originale, ma nella sigla è Gli Ammazzavampiri) per trovare un alleato disposto ad aiutarlo prima che sia troppo tardi…


La cosa bella di questo film è che - da bravo Nosferatu - non è invecchiato per niente, nonostante i 35 anni sul groppone e l’estetica anni’80 che rischiava di datarlo. Infatti è diventato un piccolo cult horror e vampiresco, grazie all’ambientazione metropolitana che svecchia il mito del vampiro e all’ottimo mix tra i toni da commedia iniziali, che però gradualmente sfumano nella tensione più horror man mano che la partita fra Charlie e Jerry si fa più serrata. 

Certe trovate sono geniali, come le croci che funzionano solo se si ha fede, o la schiera di orologi a muro in casa del vampiro che scandiscono all’unisono l’ora per l’alba e il tramonto. Interessante l’allusione omoerotica tra Jerry e il suo servitore umano Billy.


Il quid pluris lo fanno gli ottimi effetti speciali e i trucchi ottici, che vengono nientemeno che da Ghostbuster dell’anno prima (con tanto di pipistrellone gigante, scartato dagli acchiappa fantasmi perché ritenuto too scary). Infatti qui assistiamo ad una delle prime trasformazioni del vampiro: non solo snuda i canini, ma quando s’incazza gli arti si allungano in artigli rapaci, il volto si deforma in quello di un demone infernale. Sarà la base per tutti i vampiri mostruosi che verranno fuori (dalle tombe) negli anni ’90, dal Buffy televisivo al tripudio tex-mex di Dal Tramonto all’Alba.

D’altronde, buon sangue non mente. Parola di Jerry Dandridge.

Curiosità: da bravo cult, il film ha attirato altri inquilini nottambuli: Ammazzavampiri 2 (1988) dove i nostri si troveranno a fronteggiare Regine, la sorella di Jerry assetata – letteralmente – di vendetta. Tutto sommato un sequel dignitoso, specie se confrontato col remake fracassone Fright Night- Il Vampiro Della Porta Accanto del 2011, con protagonista la Canottiera di Colin Farrell nel ruolo del succhia sangue e un reboot in chiave femminile Fright Night 2 – Sangue Fresco del 2013. 

Invece, idee più fresche no?

Buona visione,


Trailer



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