Ideatore: Mike Flanagan
Una giovane americana, tormentata dal suo passato, si ritrova a fare la governante in una tenuta londinese di campagna, più precisamente nel maniero di Bly (luogo fittizio, lo dico per chi fosse interessato alle case infestate e volesse cercarlo).
Questa seconda stagione della serie The Haunting, iniziata nel 2018 con The Haunting Of Hill House, si rivela a due facce e di difficile valutazione. Provo a spiegarmi.
La trama è buona: stuzzica la curiosità della spettatore e invoglia a proseguire la visione. Ma manca una componente fondamentale che invece era ben presente nella prima stagione. Dov'è la paura? Dov'è l'inquietudine a cui ci aveva abituato la serie? Qui la componente orrorifica lascia il posto a quella melensa della love story. La stessa serie lo dichiara chiaramente per bocca di un personaggio: "Questa non è una storia di fantasmi, è una storia d'amore". Il problema è che questa dichiarazione arriva nell'ultimo episodio, dopo che nel primo invece era stata definita una storia di fantasmi (tutta la vicenda infatti è narrata in terza persona da un personaggio che si rivela solo alla fine). In altre parole, come storia d'amore non è affatto male ma stona con quanto annunciato nella puntata uno. Non sono contrario al mescolare i generi, né a possibili variazioni in corso d'opera, ma è come andare in pasticceria per godersi un bignè, chiedi se sono disponibili, il commesso ti rassicura e poi ti arriva una lasagna. Ecco, non è esattamente ciò che stavi cercando, né quello che ti aveva promesso il commesso.
Come aggravante si aggiunge l'incapacità di creare tensione quando poi la serie vorrebbe farlo. Perché la serie prova a mescolare l'horror con la storia d'amore, ma fallisce clamorosamente. La parte spaventosa non ingrana mai. Anche quando ci potrebbero essere situazioni inquietanti, finisce tutto troppo in fretta. Come se creasse i presupposti e poi smontasse la suspense non facendo succedere niente. Farlo qualche volta può essere una scelta propedeutica, ma se diventa una costante diventa prevedibile. E anche quando finalmente si decide ad arrivare al sodo, risulta troppo esplicita, ti spiattella in faccia i fantasmi e i mostri, rendoli evidenti agli spettatori. Quando tutti sanno che ciò che spaventa più l'uomo è l'ignoto. Ma giocate un po' con le luci, fatemi intravedere, fatemi intuire le sembianze del mostro, senza mostrarmelo subito in tutta la sua evidenza, mannaggia a voi.
La recitazione inoltre è altalenante: alcuni attori regalano scene toccanti e credibili, ma altri sono un po' patetici nel provare a mostrare certe sfaccettature (MINI SPOILER: l'attore che interpreta lo zio Henry era davvero ridicolo a mio parere nel rendere anche la sua controparte malvagia). Ma nel complesso riesce comunque a farti affezionare ai personaggi.
Infine arriviamo al difetto più grande. Quello che mai mi sarei aspettato di notare in una serie Netflix, ma in generale in un qualsiasi prodotto audiovisivo non essendo io un esperto del settore (in generale non sono un esperto di cinema, sia chiaro, ma nell'ambito che vi andrò a descrivere ancora meno). Le luci. Le luci erano talmente sparate che sembrava di vedere Duccio che apre tutto e smarmella (i fan di Boris apprezzeranno la cit). Era come se ci fosse una luce accecante in qualsiasi ambiente che rendeva quasi sfocati i contorni dei personaggi, una specie di aurea angelica che avvolgeva i protagonisti, una patina lucida da soap opera scadente. Già di per sé sarebbe un difetto (a meno che non fosse una scelta voluta, ma non ne capisco davvero il senso), ma in una serie che, come ho ripetuto mille volte, vuole avere anche un elemento orrorifico, stona ancora di più.
A voler fare i pignoli, anche alcune scelte stilistiche sono veramente di cattivo gusto a mio parere. Per farvi capire - MINI SPOILER: la protagonista vede negli specchi il riflesso del suo defunto fidanzato, il problema è che al posto degli occhi ha un filtro di Instagram. Cioè l'impressione che dà è quella e ancora una volta crolla tutta l'atmosfera inquietante che dovrebbe crearsi.
Però, nonostante i mille difetti, la serie è riuscita a prendermi. È riuscita a incuriosirmi, a farmi legare ai personaggi e a suscitarmi qualcosa. Sarà che ultimamente sto diventando troppo tenero, ma alcune vicende sono riuscite a smuovere il mio cuore di pietra. Quindi sicuramente non si porta a casa una sufficienza piena perché sono davvero troppi i difetti tecnici e strutturali, ma al contempo non mi sento di sconsigliarla categoricamente.
Riassumendo: la trama e i personaggi funzionano, tutto il resto no.
Giudizio complessivo: 5.5
Buona visione,
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