Kairo - (Pulse)



Regia: Kiyoshi Kurosawa

A cavallo tra il 1997 e il 2003, il J-Horror torna alla ribalta riprendendosi un posto d'onore nella filmografia mondiale, grazie ad alcuni registi capaci di mettere in scena prodotti al di sopra della media, scuotendo gli spettatori anche grazie a personaggi inventati, o trasposti da libri, che entrano ben presto a far parte delle icone del cinema di genere, come Sadako, diventata poi Samara grazie a Gore Verbinski, protagonista dell'inquietante The Ring di Hideo Nakata, o Kayako, protagonista della fortunatissima serie Ju-On di Takashi Shimizu.

Esiste però un film, universalmente riconosciuto come appartenente a questa ondata di film nipponici, che ha invaso le sale di tutto il mondo, e che non appartiene solo al genere paranormale, ma che risulta essere a tutti gli effetti un film drammatico che pone le sue fondamenta sul genere, ma che decide di prendere una strada tutta sua che va aldilà del semplice spavento, inquietando lo spettatore e facendolo riflettere grazie ad un sottotesto potente.

Questo film é girato da Kiyoshi Kurosawa, un regista che é entrato a far parte dei miei preferiti grazie alla sua impronta che caratterizza qualsiasi suo film, anche quello minore, rendendolo comunque sia unico nel suo genere grazie ai continui "cambi di rotta" che il regista inserisce nelle sue sceneggiature, creando quasi sempre pellicole ibride che utilizzano una base (thriller, horror, fantascienza), ma che poi evolvono col passare dei minuti spiazzando lo spettatore.


Una peculiarità che molte volte ha pagato, ma che sicuramente rende i film inaccessibili a chi é abituato a stilemi canonici fatti di jumpscare e cazzatine varie atte ad intrattenere e spaventare lo spettatore, senza coinvolgerlo più di tanto o senza dargli spunti di riflessione.

La trama di Pulse ci porta in Giappone nei primi anni duemila, dove le connessioni ad internet stanno diventando sempre più accessibili a chiunque e proprio grazie a queste connessioni ci presenta il "villain", ovvero un sito internet che si presenta quasi come un virus e che dice di poter fare vedere al navigatore un fantasma.

Questo sito é uno dei più grandi fattori delle sparizioni di persone e man mano che la sua leggenda prende piede, l'intero Giappone si vede di fronte ad una vera e propria incomprensibile epidemia che porta la sparizione di decine di persone.

Persone comuni, che iniziano a manifestare una depressione che li porta man mano ad autodistruggersi alienandosi dall'affetto dei propri cari, diventando dei veri e propri hikikomori, rimanendo chiusi nelle proprie stanze fino a che non spariscono nel nulla, ripresentandosi in forma di fantasmi che chiedono aiuto.


Kurosawa, grazie a questo film, diventa il precursore del CyberHorror, un genere che da lì a poi sarà sempre più sdoganato fino ad arrivare ai giorni nostri con pellicole recenti quali The Den, Unfriended, Friend Request e tante altre, ma di sicuro Pulse non brilla solo per questo.

Ciò che rende Pulse un capolavoro è, come detto, il suo sotto testo drammatico, che analizza una delle paure più grandi che può avere l'essere umano, la morte, con una freddezza micidiale, raccontando storie di persone che non vogliono scomparire, ma che si devono arrendere ad un destino segnato e ineluttabile.

Pulse é un film che va assolutamente visto, compreso ed apprezzato in quanto la sua trama risulta ancora oggi originale, non perdendo neanche un po' del suo fascino nonostante i quasi 20 anni di età, restando così vera e propria pietra miliare, in grado di tracciare un solco ben delineato che lo separa dai suoi diretti concorrenti.

Un horror drama criptico, non fatto per piacere a tutti, che si prende tutto il tempo necessario per caratterizzare personaggi e situazioni in maniera praticamente eccelsa.

Inarrivabile.

Giudizio complessivo: 10

Buona visione,


Trailer


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