Regia: Baptiste Rouveure
Recensione
Ragazzi, che cazz di filmone.
Anonymous Animals segna l’esordio in regia del francese Baptiste Rouveure, che scrive pure la sceneggiatura di questo incredibile lavoro, presentato al recente Be Afraid Horror Fest di MYmovies, un festival che ci ha mostrato diversi prodotti interessanti, tra cui appunto questo (uno dei migliori sicuramente).
Citando la presentazione della pellicola sul sito, leggiamo “La fattoria degli orrori. Sporca, violenta e soprattutto senza pietà. Esseri umani trattati alla stregua di carne da macello da carnefici mascherati” e, facendo due più due tra Francia e ipotetico torture porn, è chiaro che la curiosità schizza immediatamente alle stelle. Basta infatti ricordare i vari Frontiers, A L’Interieur e Martyrs, ed immaginare che dietro a tutto ciò ci sia un Bojack Horseman ancora più sadico e violento dell’originale, ed ecco che pure in voi dovrebbe montare una buona dose di presobenismo.
Purtroppo però non c’è nessun Bojack, 😣 anche perché la forza del suo personaggio sta nelle geniali e scorrettissime battute, mentre qui non abbiamo neppure l’ombra di un dannatissimo dialogo. Starete pensando “Che palle”, ed invece non dovreste perché le atmosfere lugubri e i versi emessi da queste curiose creature antropomorfe riescono ad inquietare e a catturare ancora di più l’attenzione dello spettatore, che vedrà chiedersi in più di un’occasione quale sia il confine tra realtà, immaginazione, delirio e follia.
Di fatto non esiste una vera e propria trama, le storie dei malcapitati si alternano senza venire in contatto e mostrano semplicemente una sorta di ribaltamento dei ruoli, con l’uomo soggiogato dall’animale, incatenato, torturato, rinchiuso in recinti e costretto addirittura a combattere con dei suoi simili mentre misteriosi esseri dalle sembianze canidi si gustano lo spettacolo, scommettendo perfino sul cavall…ehm volevo dire sull’uomo vincente. Tale ribaltamento non si manifesta solo nelle gesta, ma pure nei comportamenti, come evidenziato dalla ferocia con cui un prigioniero si lancia su una ciotola di carne che non pare essere appena fuoriuscita dalle cucine di un 3 stelle Michelin.
Vien da sé, a questo punto, chiedersi cosa ci sia dietro a tutta questa folle architettura. Senza spoilerare troppo, mi limito a sottolineare l’abilità nel mascherare molto bene quello che stava accadendo in quel mondo apparentemente fuori dagli schemi convenzionali. Fino alla fine infatti, con quell’ultima inquadratura dello sparo (chiusura meravigliosa secondo me), gli interrogativi continuano a tormentarci, lasciandoci tuttavia ben chiaro il concetto di fondo. Prima o poi gli animali si romperanno la minchia di essere maltrattati…e quel giorno per l’uomo saranno volatili per diabetici.
È chiaro che poi qui ognuno ci può vedere quello che vuole, e non voglio neppure addentrarmi dentro a discorsi moralistici che il film potrebbe suggerire. Personalmente continuerò a gustarmi le mie due bistecche al sangue settimanali non sentendomi per questo un mostro ma, nel suo piccolo, credo che questa pellicola riesca a far riflettere molto bene sulle numerose barbarie perpetuate ai danni del mondo animale, in particolar modo da chi ancora si fregia del non più tanto stabile posizionamento della razza umana all’interno del mondo moderno.
Presumendo un budget risicato per la realizzazione di questo Anonymous Animals, ecco la scelta di mostrare poco di quel che realmente accade, lasciando margine all’immaginazione dello spettatore, anche sfruttando una camera forse un po’ troppo ballerina per i miei gusti. La breve durata poi (poco più di un’ora) resta una scelta vincente, perché la tipologia narrativa utilizzata e l’assenza dialoghi rende la scorrevolezza non esattamente fluida, ma questi sono dettagli che, una volta giunti al già citato e perfetto finale, vengono facilmente dimenticati.
Fidatevi, appena sarà possibile cercate di recuperarlo.
Giudizio complessivo: non lo so, difficile dar un voto ad un film del genere, ma sicuramente sarebbe molto alto.
Enjoy,
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