Autore: Pupi Avati
Quando esce un nuovo libro di Avati è sempre una grande gioia, e dopo avervi parlato de Il Signor Diavolo (libro e film) eccoci qui a parlare de L’archivio del Diavolo, edito Solferino.
Perché sì ,signore e signori, L’archivio del Diavolo possiamo dire sia il seguito de Il Signor Diavolo. Inizia proprio dove il libro precedente si era fermato per cui sto correndo in un rischio spoiler altissimo, ma son brava e non ne farò.
Vi posso dire che siamo sempre a Lio Piccolo (Veneto) negli anni ’50, che la storia ruota intorno a vedette personali, esili volontari, storie travagliate, un archivio maledetto, dei cadaveri che fanno la loro comparsa, allucinazioni e la storia della scomparsa del cranio di Gogol’.
Come sempre l’atmosfera dei libri gotici, così come nei film, di Avati è la protagonista principale e qui non è da meno. Siamo sempre nell’Italia rurale e sperduta degli anni’50 dove la politica e la religione erano sovrani del popolo.
"Marcivano assieme in una confusione di carni e ossa che nessun necroforo di lì a qualche decina d’anni avrebbe saputo distinguere."
La storia ruota attorno ad un grandissimo numero di personaggi, ognuno protagonista della sua storia personale; storie e personaggi che finiranno per scontrarsi, intrecciarsi o camminare su binari paralleli. Come fosse uno spettacolo teatrale o un grande mosaico umano dove ognuno ha il suo compito anche se minimo.
Lo svolgere della trama è inframmezzato da articoli che riportano allucinazioni ipnagogiche, esperienze intense e vivide che si verificano all'inizio di un periodo di sonno spesso accompagnate da paralisi, che fanno apparire la storia narrata come universale e appartenente ad ogni essere umano. La paura della morte, dell’oscuro rendono questa storia e le storie che la compongono la rendono la storia universale della paura umana. Come le parti che riguardano la morte e la riesumazione del corpo di Gogol', che inframezzano la narrazione, rendono tutte le storie estremamente coese e collettive.
L'Archivio del Diavolo è anche, come Il Signor Diavolo, una storia politica. Se si racconta l'Italia di quegli anni del secondo dopoguerra non si può non parlare del binomio religione-politica che qui è più che mai presente, influente e manipolatore di vite.
Le paure degli esseri umani sono sempre le stesse e sempre lo saranno per questo sia questo libro che il precedente sono intrisi da un'atmosfera e un sottofondo che trovo estremamente terrorizzante, l'horror di Avati mi piace proprio per questo perchè la sua caratterizzazione di luoghi, tempi e personaggi è estremamente reale e per questo suscita repulsione. È la prova che è possibile fare dei bellissimi film e libri horror gotici senza usare inutili spargimenti di sangue, jump scare e il macabro ad ogni costo.
Tutto questo per dire che L'Archivio del Diavolo è un bellissimo libro, anche se di poco inferiore al suo predecessore. Mi è però piaciuto molto e tornare in quelle terre è stato davvero un bel viaggio. Risulta leggibilissimo e godibile a chi non ha letto/visto Il Signor Diavolo anche se è un vero peccato che vi siate lasciati scappare un così bel libro.
Buona lettura,
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