Regia: Goro Miyazaki
I Racconti Di Terramare è un film d'animazione giapponese prodotto dallo Studio Ghibli e diretto da Goro Miyazaki.
Questo film non ha avuto vita facile, la sua storia inizia negli anni 80, quando Hayao Miyazaki lesse i romanzi di Le Guin e le propose una trasposizione cinematografica, che però la stessa Le Guin rifiutò poiché Miyazaki non era ancora famoso in occidente.
Alcuni anni dopo fu proprio la Le Guin a contattare Miyazaki, rimasta estasiata da alcune sue opere. La trattativa ebbe dunque inizio, ma per divergenze varie non riuscirono mai ad andare d'accordo, così Miyazaki decise di uscire dal progetto.
È in quel preciso momento che Goro, contro il parere del padre, si fece avanti e nel 2006 produsse I Racconti Di Terramare, film mal visto da Le Guin, ma apprezzatissimo in Giappone.
SINOSSI
La Terra è stata invasa da enormi draghi che combattono tra loro sotto gli occhi di tutti. Questa guerra è una sorta di presagio che porta con sé siccità, carestia e morte. Per evitare che la popolazione perda la calma, il Re manda alcuni dei suoi uomini in giro per il mondo per scoprire la causa di questo male che sta distruggendo ogni cosa. Una sera però, il Re viene assassinato da Arren, il suo stesso figlio, vittima di una strana maledizione che lo porta ad avere vuoti di memoria e ad essere malvagio.
Dopo aver preso coscienza della morte del padre, Arren fugge via e sul suo cammino incontrerà Sparviere, un mago, che lo accompagnerà in un viaggio ricco di insidie, con lo scopo di trovare una cura per il male del mondo…
ANALISI DEL CARLINO
Come già detto in precedenza, il film soffre delle pressioni sia del padre, sia della Le Guin e sia del pubblico che, vedendo il nome Miyazaki, si aspettava un lavoro degno del figlio di Miyazaki.
L'opera prima di Goro ha subito più critiche che apprezzamenti, critiche che onestamente non capisco. Ognuno di noi deve trovare la propria strada, non dobbiamo essere la copia di nessuno, altrimenti non è arte ma plagio.
I Racconti Di Terramare infatti tenta un approccio iniziale parlando dell'influenza dell'uomo sulla natura, ma lo fa in modo lieve, evitando così di copiare il padre, e tenta di dare una sua impronta personale parlando invece di vita e di morte.
Ha una caratura medievale, con disegni molto curati e dialoghi che si fanno via via sempre più interessanti. Tutti i personaggi hanno qualcosa di fresco, di nuovo, nessuno di loro ha caratteristiche prese da altri personaggi di Hayao. C'era chi si aspettava la classica eroina tipica di Hayao, ma qua di eroi ce ne stanno pochi e ognuno di loro nasconde un terribile passato.
Arren, che durante il film viene perseguitato dalla sua ombra, io lo vedo molto vicino a Goro stesso, inseguito dall'ombra del padre che non lo riteneva ancora pronto. Arren è una figura misteriosa, taciturna, che però in quei pochi attimi in cui sembra posseduto, prende consapevolezza di sé. Il fatto che Arren però non sia il suo vero nome, indica che forse anche Goro avrebbe voluto nascondere il suo, per mostrare al mondo non l'opera del figlio di Miyazaki, ma l'opera prima di un artista in cerca di un posto nel mondo.
Goro è riuscito a ricreare se stesso in un mondo medievale, dove si cerca di sfuggire dal proprio destino, quello in cui l'essere figlio di un Re o di Hayao Miyazaki a volte è più una maledizione che una benedizione.
La vita e la morte assumono un ruolo fondamentale per il film, perché si cerca di spiegare come tutto debba avere un inizio ed una fine, e che il miracolo avviene quando da una vita ne nasce un'altra. Una sorta di passaggio di testimone…Tutti noi siamo solo di passaggio su questa Terra, la morte non deve spaventarci ma deve essere accettata perché fa parte della vita stessa.
Una tematica interessante quella di Goro, che invita le persone a mostrarsi al mondo e a rivelare il proprio nome, perché ognuno di noi può lasciare un segno nel mondo, senza imitare nessuno ed essere sé stessi.
E quando persino Arren scopre il suo vero nome, il mondo rivede la luce…
Buona visione,
Trailer
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