Regia:Raúl Ruiz
TRAMA
Persi in un bosco nella vicina campagna francese, due famiglie americane sono costrette a ricorrere al cannibalismo per restare in vita il più a lungo possibile.
“What should I do, Barbara? Should I hit 'im? Should I hit 'im, Barbara?”
Potrebbe risultare banale, ma Raúl Ruiz è unico.
Ne è esistito uno solo al mondo, e non ce ne saranno altri. Come con City of Pirates e Manuel on the Island of Wonders, O Território non manca di dimostrare l’impronta e il marchio del suo regista.
Non serve fare paragoni insensati, e stare sempre a scomodare David Lynch quando si parla di onirico, perché la concezione di sogno e incubo di Ruiz è distante da un Eraserhead quanto da un Inception qualsiasi, o da una delle prime scene di Wild Strawberries.
Il senso di inquietudine onnipresente in un Lynch viene qua sostituito da un atmosfera più...allucinogena in realtà. Anche se l’aggettivo più funzionale è palesemente: ipnotico. Come lo è in City of Pirates e come lo è in Manuel on the Island of Wonders.
La novità di The Territory è che, al contrario dei due sopra, ha una vera e ben delineata trama, forse molto influenzata da quel Buñuel che, bene o male, è il precursore di questo specifico filone di films (L’Angelo Sterminatore).
Roba strana, che mi piace.
Fever dream.
Buona visione,
Trailer
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