Regia: Alan Gibson
“Io sono sempre stato qui. Fin dall’alba dei tempi. Fin da quando gli angeli ribelli scesero all’inferno. Fin da quando l’oscurità è subentrata alla luce. Io sono Dracula, il principe delle tenebre, il signore dei non morti. Io sono la maledizione! Io sono l’Apocalisse!”
Oggi la prendo un po' larga.
All'alba dei ’70 casa Hammer è in crisi: ha governato il mondo dell’horror col gotico vittoriano per un decennio con le sue saghe di Dracula, Frankenstein e Mummia, ma ora il pubblico vuole nuovi brividi, così guardano Oltreoceano.
In USA partoriscono Rosemary’s Baby, La Notte Dei Morti Viventi, Yorga il vampiro; tutti film che mettono l’horror nel quotidiano. Il Perturbante viene dalla porta accanto e incassa al botteghino.
Al che la Hammer pensa: noi abbiamo Dracula. Nel sesto film lo caliamo nella nostra Londra ed è fatta. Christopher Lee sviene; per lui il Conte sta bene nell’Ottocento. E lui starebbe ancora meglio a non interpretarlo più.
Infine firma il contratto, si lamenta della sceneggiatura, censura alcune battute (vedi sopra), poi indossa canini e mantello. Però ha la consolazione di avere il Van Helsing per eccellenza: Peter Cushing. Il film infatti riporta insieme il tandem dell’orrore dopo quattordici anni, cioè dai tempi del capostipite Dracula il vampiro (1958).
A questo punto parte il film.
1872: assistiamo al bellissimo scontro fra Dracula e Van Helsing a bordo di una carrozza con i cavalli lanciati al galoppo per Hyde Park. La carrozza sbanda, il Conte finisce impalato fra i raggi di una ruota, Van Helsing perisce stremato poco dopo. Un discepolo di Dracula ne raccoglie le ceneri.
Stacco.
1972: nella Swinging London già datata – i giovani d’oggi più che agli hippies sembrano rifarsi ad Arancia Meccanica tale Johnny Alucard (vi dice qualcosa il nome?) discepolo del losco figuro del prologo, organizza una messa nera per riportare in vita il Conte, che assetato sia di sangue che vendetta, cercherà di mordicchiare Jessica Van Helsing. Toccherà a nonno Cushing brandire il paletto di frassino di famiglia e saldare il conto a Dracula…
2020: I dizionari lo liquidano come uno stanco sequel e un esperimento fallito. Altri, come Tim Burton, lo trattano con l’indulgenza del vintage che merita una rivalutazione. Quel che è certo è che è alcune premesse potevano essere sviluppate meglio, ad esempio il confronto Dracula-modernità, che invece rimane confinato nella chiesa sconsacrata (sempre per volontà di Lee) senza interagire con l’esterno.
A voler essere buoni è una versione vampirica de I Duellanti (1977 di Ridley Scott), infatti i momenti migliori sono proprio gli scontri tra Dracula e Van Helsing, ma per il coté di allora condivide la malinconia di fondo di una pellicola coeva: Don Camillo E I Giovani D’oggi. Anche lì, la celebre coppia provava ad aggiornarsi, risultando però datati.
Curiosità: Nel 2001 Patrick Lussier ne ha girato un remake non dichiarato: Dracula’s Legacy –Il Fascino Del Male, stavolta con sorpresina evangelica. Millennio che vai, Dracula che trovi.
Buona visione,
Trailer
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