Autore: Enrico Corso
Ritorno su questi schermi dopo la pausa estiva per parlarvi di un libro che ho amato moltissimo: La scala di vetro di Enrico Corso.
Lester Hall è un avvocato; dopo un incidente stradale perde l’amata moglie Carolyn Reed, professione scrittrice. Lester rimettendo in ordine i documenti di Carolyn si troverà davanti ad un manoscritto inedito intitolato La scala di vetro. La storia del romanzo ritrovato si intreccerà con la storia della moglie, e dell’amica del college scomparsa, Lumen Meyers. Sarà compito di Lester capire cosa è reale, cosa non lo è e le implicazioni che tutto questo porta.
“ Una scala di vetro,
puoi solo andare avanti, mai indietro
e alla fine ti rimangono solo cocci e sangue”
La scala di vetro è un ottimo thriller, un romanzo nel romanzo, dove niente è come appare. Scritto estremamente bene riesce a tenere incollato il lettore alle sue pagine con la giusta dose di suspense senza essere inutilmente cervellotico e complicato. Una storia assolutamente Made in Italy che non ha nulla da invidiare ai grandi romanzi thriller americani o d’Oltralpe (vedi Thilliez).
I protagonisti son ben disegnati: Lester un uomo diviso tra il dolore della perdita e la voglia di scoprire e indagare di più su una moglie che forse non è quella che credeva, Carolyn una grande scrittrice che non riesce a far tacere i suoi demoni interiori. Le loro storie si intrecciano con quelle di personaggi secondari a tratti orribili e a tratti magnifici ma sempre ben scritti e delineati.
I protagonisti son ben disegnati: Lester un uomo diviso tra il dolore della perdita e la voglia di scoprire e indagare di più su una moglie che forse non è quella che credeva, Carolyn una grande scrittrice che non riesce a far tacere i suoi demoni interiori. Le loro storie si intrecciano con quelle di personaggi secondari a tratti orribili e a tratti magnifici ma sempre ben scritti e delineati.
La formula del metalibro è un escamotage che amo molto perché mi piace l’atmosfera e il dualismo tra finzione e realtà che si viene a creare; ma non sempre risulta ben riuscito. In questo caso è un metodo vincente perché mostra al lettore l’estrema abilità che Corso ha nel saper intrecciare i fili della trama senza mai perdersi o risultare ripetitivo. La scuola del libro-game paga sempre e Corso ne è uno degli esponenti più dotati.
La scala di vetro è stata una bella scoperta, una bellissima lettura per il periodo estivo, ha saputo tenermi impegnata la mente e intrigarmi con la sua trama ben costruita e un finale per nulla scontato.
Qui il libro
Buona lettura,
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