Regia: Natalie Erika James
Nonna, madre, figlia.
Intrappolate in cicli vitali incontrollabili e ai quali nessuno può uscirne. Tanto meno loro.
Colei che si curò di te, lo farà quando te ne avrai bisogno? Sarai amata per quello che eri? O sarai odiata per quello che sei diventata? Verrai dimenticata e ricordata solo al momento della tua morte?
Tempo e morte. Tempo è morte.
E la casa nella quale hai vissuto tutta la tua vita diventerà gabbia, bara e infine reliquia.
Quindi attendi che le mura di questa abitazione si rimpiccioliscano e infine ti cadano addosso, e trasformino la tua carne in muschio, fertilizzante, nuova vita per vermi, insetti, batteri e piante.
Vita e morte. Vita è morte.
Il tuo dolore scomparirà, e sarà la tua progenie a portarsi addosso il fardello delle emozioni.
Relic.
Relic, nel personale è come:
Se esistesse un destino, e se credessi ancora di essere il centro dell’universo, potrei anche pensare che questo film sia stato fatto appositamente per me, e per il particolare periodo della vita che sto passando. E che bene o male chiunque dovrà passare.
Relic, in generale è:
La conferma che il genere horror è donna, nonostante tutto e tutti.
Neanche 6 anni fa Jennifer Kent parlava di metafore e depressione in Babadook, e oggi Natalie Erika James (anche lei australiana e l’ho notato solo mentre sto scrivendo queste righe) si spinge su ben più che le sole malattie mentali (comunque presenti), e discorre di morte, amore e famiglia in 1 ora e mezzo praticamente perfetta.
Guardatelo e, nonostante tutto, amate i vostri genitori mi raccomando.
Buona visione,
Trailer
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