Autore: Valerio Aiolli
Nero Ananas è un romanzo storico, di Valerio Aiolli (Voland), ambientato nel mio periodo cronologico di più forte interesse: quello della strategia della tensione.
Il romanzo inizia proprio con i morti di Piazza Fontana per finire con l’attentato alla Questura a Milano, quattro anni, dal 1969 al 1973, in cui in Italia abbiamo vissuto davvero di tutto; e potevamo vivere molto di peggio.
Non aspettatevi però il solito romanzo storico perché la forza della narrazione di Aiolli sta nel come ha deciso di raccontare questa storia tragica: attraverso registri diversi, punti di vista diversi, narratori diversi. Da un lato abbiamo chi è stato a capo della politica in quegli anni, i fascisti che più o meno attivamente hanno messo le bombe, un anarchico individualista e un ragazzino senza nome che in quei giorni vede sua sorella scappare di casa.
Altro aspetto molto importante è che tutti i personaggi noti sono nascosti dietro ai loro soprannomi, ma se la storia, quella vera, la conoscete bene, saprete subito dalle prime righe di chi si sta parlando; saprete subito chi sono le persone dietro ai nomi di Samurai, Dottore o Vincent e il modo in cui Aiolli li racconta, entrando quasi nella loro testa o psiche, li rende molto più reali di quello che purtroppo sono, e rende i loro pensieri e le loro azioni ancora più agghiaccianti.
“[…] noi vogliamo soltanto che l’opinione pubblica italiana ne sia colpita. E che richieda maggiore autorità e ordine […]”
Un filone di narrazione molto interessante è sicuramente la
storia raccontata dal bambino anonimo: una sorella che scappa di casa durante
quei giorni di botti, paura e tensione. Mi piace pensare che quella famiglia
sia una metafora dell’Italia e degli italiani di quei giorni: il padre come la
massa del popolo benpensate piegata al potere perché “se lo dice il giornale
allora è vero”, la sorella come la controinformazione che ribellandosi al
potere comincia a farsi domande sulle bombe e il figlio, forse l'incarnazione più
tragica, l’Italia che perde la sua innocenza e si trova a doversi ribellare a
qualcosa che nemmeno è in grado di comprendere, perchè non sa come fare.
“[…] la realtà così
com’era non era data una volta per tutte, ma che qualcuno, o qualcosa, poteva
modificarla, sovvertirla, rivoltarla come un calzino da un momento all’altro
[…]”
Piazza Fontana è la storia delle storie, conosciuta ma per
molti ancora sconosciuta, e Aiolli fa un grandissimo lavoro sia di
ricostruzione storica, perché i fatti reali ci sono tutti, mischiandoli con le
storie collaterali che entrano nel grande quadro della storia, quella con la S
maiuscola. Il romanzo tiene incollati
alle pagine, anche chi la storia la sa e sa cosa aspettarsi, ma che in qualche
modo spera che alla fine le cose vadano in modo diverso; è senza dubbio il
libro perfetto per chi la storia, quella storia non la conosce.
“[…] a noi? Questa è un’azione, Zio Otto, che ha fatto
piacere- anzi, ti dirò di più- che ha goduto dell’appoggio dei servizi. È
chiaro?
Ti è chiaro il perché non rischiamo che risalgano a noi? Ti
è chiaro il perché non rischiamo un cazzo? […]”
Molto interessante il titolo, che ad un primo sguardo può provocare quasi ilarità, ma in quel titolo c’è tutto; è il riassunto perfetto di una storia tragica: nero come il colore della politica e dell’eversione di destra, ananas come le bombe a frammentazione.
Da grande appassionata, visceralmente legata a quella storia e al periodo storico della strategia della tensione non so come avevo fatto a perdermi l’uscita di questo romanzo. Io insisto sempre sul far conoscere la storia di Piazza Fontana perché è davvero il momento in cui tutto è cambiato e se ora siamo quello che siamo lo dobbiamo anche a quelle bombe, ai quei morti. Piazza Fontana fa pare del nostro DNA di italiani ed è nostro dovere conoscerne la storia; Nero Ananas è il libro migliore per farlo perchè fa entrare il lettore in punta di piedi nella storia nostra storia più drammatica. La storia vera col sapore del romanzo.
Buona lettura,
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