Autore: Franck Thilliez
Quando era stata annunciata l’uscita del nuovo libro di Franck Thilliez non stavo più nella pelle, ed il giorno stesso mi sono fiondata in libreria per comprarlo subito e leggerlo immediatamente; per cui eccomi qui a parlare de Il Sogno, ovviamente di Thilliez, edito da Fazi per la collana Darkside (la prima edizione originale francese è del 2016 per cui arriviamo a gustarci ,anche noi ,con un po’ di ritardo, questo magnifico thriller).
Di questo autore avevamo già parlato qualche mese fa con il suo Il Manoscritto; un libro che mi ha rapita, affascinata e sconvolta per la maestria della sua costruzione; e Il Sogno non è da meno.
In questa nuova storia seguiamo le vicende di Abigaël, psicologa criminale, e la sua caccia ad un rapitore seriale di bambini; Abigaël ha però un problema, soffre di narcolessia fin da quando è molto piccola.
Come ne Il Manoscritto anche qui il punto di forza della storia non è tanto la trama ma il come questa storia è costruita e donata al lettore.
Sia in questo romanzo che nel precedente si gioca molto sul dualismo, sulla dualità. Se nel precedente questo era dato dalla presenza di un libro nel libro che creava una sorta di matrioska di storie; qui l’ambivalenza è tutta giocata sul sogno e sulla realtà. Abigaël e le sue visioni e allucinazioni prima del sonno si mischiano alla realtà, così che noi ,assieme a lei, non siamo più in grado di capire cosa è reale e cosa non lo è. Abigaël scenderà negli inferni dell’animo umano e ci prenderà per mano senza mai lasciarci andare.
I segni sul corpo di Abigaël, le sue cicatrici, sono espressione visiva e fisica del suo malessere interiore. Un misto tra un totem di Inception e i tatuaggi sul corpo di Leonard Shelby in Memento, e infatti Thilliez è un po’ il Nolan della thriller letterario; sono entrambi grandi creatori di trame elaborate.
“[…] se mi pungo e sanguino sono nella realtà e non sto dormendo. […]”
Le protagoniste femminili di Thilliez, in questo e nel romanzo precedente, sono donne forti, indipendenti ma come rotte dalle disgrazie delle loro storie personali che cercheranno in ogni modo di rimettere assieme.
La storia è una grande ragnatela fatta da fili diversi, storie diverse, che si sovrappongono; tocca al lettore trovare un senso a tutto questo grazie anche all'aiuto dell’autore stesso che come ne il manoscritto, riempie il testo di piccoli indizi, parole, dettagli che all'apparenza sembrano innocui ma che possono essere la chiave fondamentale per il chiarimento finale. Quello che Thilliez fa è rendere il lettore attivo partecipante della trama e in questo caso della ricerca stessa dei bambini rapiti.
Thilliez ha un dono immenso, costruire puzzle fatti di parole, ed è davvero difficile costruire trame così elaborate senza perdersi, il tutto condito da una scrittura che ti tiene magneticamente incollato alla pagina; appena entrati nel vivo diventa difficilissimo staccarsi da queste pagine e mi sono dovuta trattenere dal non finirlo subito in un giorno.
Sia Il Sogno che Il Manoscritto entrano senza dubbio tra i miei thriller preferiti di sempre e anche tra i libri più belli letti quest’anno.
Se vi piacciono i libri cervellotici, che richiedono una lettura attiva, con una trama particolareggiata e molto psicologica, e amate i thriller questo è sicuramente da on perdere e lasciate che vi dia un consiglio:
FATE ATTENZIONE AD OGNI MINIMA VIRGOLA, SEMPRE.
Nessun commento:
Posta un commento