Regia: Steven Spielberg
Munich di Steven Spielberg è un film del 2005 che rievoca i tragici eventi delle Olimpiadi del 1972, quando 11 atleti israeliani furono uccisi in un attentato terroristico.
La ricostruzione puntuale delle notizie diffuse dai media, che si succedono in modo confusionario, a volte inesatto, poi prontamente smentito e corretto nelle edizioni straordinarie in TV, trasportano lo spettatore fisicamente ai primi anni '70, ai quei momenti terribili in cui tutto il mondo sembra minacciato dall’ombra funesta del male che aleggia nell’atmosfera, allargandosi eterea fino quasi a voler avvolgere l’intero pianeta e soffocarne gli abitanti.
Le generazioni più giovani ritroveranno analogie con l’11 settembre perché, al di là della portata dell’evento, e chiunque ne sia l’artefice, il terrore squarcia sempre una falla irreparabile nella serenità dei popoli, affondando negli abissi ogni certezza acquisita.
Così, la camera da presa di Spielberg, con il rispetto che meritano i fatti tragici narrati, si muove discreta tra i documenti di archivio e traccia la sua trama sotto voce, frugando fino in fondo all’animo umano.
Narra della reazione in apparenza composta alla violenza subita, che nasconde altrettanta crudeltà; racconta del desiderio di ferocia dissimulato dall’odio razziale; svela subdoli, falsi alibi a smanie di potere che livellano coscienze parimenti lorde dei più sordidi delitti.
Storia vera, quindi, dove gli eroi rincorrono i mostri e correndo, si ritrovano a scappare…e non solo dalla spirale di violenza che inevitabilmente si innesca, nel folle “gioco” di azione e reazione al delirio mortale che ben conosciamo, che ha indirizzato da sempre le sorti dell’umanità, ma anche da se stessi, dai propri incubi, da quell’angoscia chiamata coscienza che nel silenzio del proprio intimo apre inesorabilmente ad ognuno, cinica e spietata, la porta della verità…e ci si ritrova tutti insieme, smarriti, alle soglie dell’inferno.
Buona visione,
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