Regia: Lorcan Finnegan
Vivarium
Vivarium è un film abbastanza particolare e probabilmente non sarà apprezzato da tutti; il genere è un misto tra fantascienza e drammatico, sfiora a malapena l’horror claustrofobico, ovvero quel genere in cui durante tutta la pellicola accade ben poco in confronto ad un horror tradizionale, e la tensione si basa sui sentimenti legati all’attesa.
Le scene iniziali, che immortalano un giovane cucciolo di Cuculo che si fa spazio nel nido di un altro uccello spingendo le uova di quest’ultimo, se non addirittura il cucciolo stesso, fuori dalla sua casa condannandolo così a morte certa, spiegano tutta la storia e fanno comprendere a quale fonte si siano ispirati gli autori.
La Trama
Due giovani, interpretati da Jesse Eisembreg e Imogen Poots, si preparano a vivere la loro vita insieme. Lui giardiniere, lei insegnante, decidono di comprare la prima casa dove poter iniziare la vera e propria convivenza da coppia stabile. Iniziano, dunque, il giro delle agenzie immobiliari e in una di queste vengono accolti da un inquientantissimo agente che li convince su due piedi a fare un primo sopralluogo.
Arrivati in loco, si trovano di fronte ad una fitta sfilza di case tutte uguali che si perde a vista d’occhio. Sono i soli, oltre l’agente, a girare fra quelle case, non vi sono nè macchine parcheggiate, nè segni di vita. Iniziano il sopralluogo, la casa è ben fatta, a parte qualche stranezza, ed il prezzo abbordabile. Iniziano a propendere per l’acquisto, ma si accorgono di essere rimasti da soli nell’appartamento: dell’agente non vi è più traccia.
Pensano allora di tornare a casa visto l’orario, ma nonostante si impegnino a trovare la via del ritorno, ore più tardi comprenderanno che sono rimasti intrappolati in quell’inquietante e vuoto quartiere e che ogni tentativo di allontanamento li riporta inevitabilmente sempre alla casa che hanno visitato, la numero 9.
Arrivati in loco, si trovano di fronte ad una fitta sfilza di case tutte uguali che si perde a vista d’occhio. Sono i soli, oltre l’agente, a girare fra quelle case, non vi sono nè macchine parcheggiate, nè segni di vita. Iniziano il sopralluogo, la casa è ben fatta, a parte qualche stranezza, ed il prezzo abbordabile. Iniziano a propendere per l’acquisto, ma si accorgono di essere rimasti da soli nell’appartamento: dell’agente non vi è più traccia.
Pensano allora di tornare a casa visto l’orario, ma nonostante si impegnino a trovare la via del ritorno, ore più tardi comprenderanno che sono rimasti intrappolati in quell’inquietante e vuoto quartiere e che ogni tentativo di allontanamento li riporta inevitabilmente sempre alla casa che hanno visitato, la numero 9.
Bloccati in quella dimensione, scopriranno che il loro compito sarà di crescere un ancora più inquietante bambino; i viveri ed il necessario saranno lasciati fuori casa in un cartone ogni volta che sarà necessario. Finito ciò, saranno liberi.
Da qui in poi dovrei spoilerare un po’.
Il film è stato prodotto nel 2019 e distribuito nel Marzo del 2020, diretto da Lorcan Finnegan, che possiamo ammetterlo, data la magrezza del cast e delle scenografie, ha fatto un ottimo lavoro. Anche gli attori sono all’altezza dei ruoli, non ci sono sbavature in tutta la pellicola.
Come già accennato, il genere è claustrofobico, i nostri protagonisti sono ingabbiati in quel piccolo mondo col compito di crescere questo figlio che ha anche poco a che vedere con la nostra natura. La tensione resiste fino all’ultimo istante e, ahimè, lo spettatore che desidera una rivalsa sul sopruso ricevuto dovrà rimanere con l’amaro in bocca, tra l’altro non siamo più negli anni 80 in cui di solito i protagonisti riuscivano alla fine ad avere la meglio sui loro persecutori.
Alcune domande vengono comunque spontanee, ad esempio:
Se il cibo per vivere viene costantemente fornito da questi alieni, per quale motivo questi ultimi non si prendono direttamente cura dei loro cuccioli?
La risposta alla domanda che ha una sua logica arriva direttamente dal comportamento del Cuculo: anche quest’ultimo potrebbe nutrire la sua prole senza, passatemi il termine, rompere la minchia ad altre famiglie di volatili, eppure è così. Come gli stessi protagonisti amaramente confermeranno, ''è la natura''!
A questo punto mi sorge un'altra domanda:
ma quando mamma Cuculo depone le uova nel nido di un altro volatile, perché non può prendersi cura della propria prole?
Dove cazzo va sto stramaledetto uccello parassita?
Ha delle faccende da sbrigare? Degli impegni istituzionali improrogabili? Delle riunioni di condominio alle quali non può assolutamente mancare?
Vivarium si becca un bel 6 e mezzo come valutazione; non è per tutti i gusti, ne consiglio comunque la visione (magari aspettate che sia finita la quarantena).
Buona visione,
Cris
Trailer
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