Regia: Kenneth Branagh
RECENSIONE
Sono davvero entusiasta all'idea che Kenneth Branagh tornerà a vestire i panni di Hercule Poirot in questo 2020.
Un'interpretazione del celebre ispettore belga figlio della penna di Agatha Christie, la sua, che mi ha davvero rapito. Non il solito paffutello ometto sui generis cui altrettanto grandi interpretazioni (Albert Finney, Peter Ustinov e David Suchet per citarne alcuni) ci avevano abituato ma, piuttosto, un dandy di mezza età di fine Ottocento, nel pieno delle sue forze fisiche oltre che intellettuali e investigative.
Un Poirot che, in Assassinio sull'Orient Express si rivela anche un insospettabile psicanalista capace di arrivare alla soluzione del caso facendo leva su quelle che, all'epoca in cui sono ambientati i fatti, furono le stesse conclusioni cui era da poco giunto, o sarebbe stato lì lì per farlo, nientepopodimeno che Sigmund Freud (le discettazioni con sé stesso su "le spaccature dell'anima" sono davvero sublimi).
Una pellicola che non si è fatta mancare davvero nulla, da un cast stellare (Branagh è affiancato da colleghi del calibro di Johnny Depp, Michelle Pfeiffer, Penelope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Derek Jacobi, Josh Gad, Daisy Ridley, Olvia Colman) e a dir poco generoso anche nell'accettare piccole parti ad una regia (sempre di Branagh) capace di ricorrere alle giuste inquadrature sfruttandone al massimo la ritmica oltre che a transitare agevolmente da una colorazione generale dai toni caldi e spensierati del Medio Oriente a quelli più cerulei e quasi tendenti al cobalto del pesante e oppressivo inverno balcanico.
Quasi assente, e comunque estremamente delicata, la colonna sonora cui fa da ciliegina sulla torta l'interpretazione di Michelle Pfeiffer in "Never Forget".
E ora contdown per il sequel, "Morte sul Nilo"!
Giudizio complessivo: 10
Buona visione,
Trailer
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