Ideatori: Greg Berlanti, Sera Gamble
Per la serie Telefilm su Netflix.
La prima serie è stata un successo. A detta di Netflix infatti 40 milioni di iscritti l’hanno guardata nelle prime 4 settimane di permanenza sulla piattaforma e la seconda è stata ampiamente all’altezza della prima. Stiamo parlando ovviamente di YOU.
Il motivo di tanto successo è semplice: You, con i suoi eccessi, il suo fascino dark, ma anche con la sua spaventosa normalità è totalmente irresistibile. Complice anche una New York a metà fra moderno e rètro, un cast azzeccatissimo, una trama piena di colpi di scena.
In You niente è come sembra, fin dall’inizio. Ma partiamo dal protagonista: Joe (Penn Badgley, storico volto di Gossip Girl in Dan Humphrey), manager di una piccola libreria del Village, molto gentile, galante, modesto, una persona assolutamente normale, a tratti quasi imbranato, ama i libri, la letteratura e vive modestamente in un piccolo appartamento. Così Joe, noi poveri spettatori ce lo prendiamo subito a cuore: non ha molti amici, zero famiglia, una sola fidanzata alla spalle di cui sembra ancora innamorato mentre di lei non si hanno più tracce.
Nella prima stagione la co-protagonista è Beck, Elizabeth Lail, la classica ragazza del social accanto: ingenua, testa tra le nuvole e dita sempre sullo smartphone, a tratti quasi fastidiosa per questo eccesso di fiducia nel mondo. Segue un dottorato di Poesia, non riesce a mantenersi un lavoro, frequenta un gruppetto di amiche ricche e viziate. Insomma normale anche lei.
Ma è proprio la normalità la vera perversione di questo thriller psicologico. Già dai primi episodi capiamo che c’è qualcosa di strano in Joe, una ricerca su Google di troppo (ma fin qui siamo tutti colpevoli), qualche account falso (ma chi è senza peccato scagli la prima pietra), un appostamento nel cuore della notte (su questo taciamo) e addirittura un rapimento (anche se conosciamo gente capace di fare anche questo). Cosi parte il dark della serie, un chiaroscuro di situazioni in cui l’amore si trasforma in ossessione, l’onestà in perversione e le piccole attenzioni in stalking.
Ma in You, tutto per lo spettatore è confuso: Joe è senza dubbio il cattivo, lo sappiamo tutti, ma nessuno riesce davvero a vederlo così per i suoi modi da gentleman, per le sue premure da bravo fidanzato, per la sua adorabile goffagine. Beck è la vittima, ma nessuno la ama veramente perchè in fondo è un pò un’approfittatrice, esibizionista, troppo ingenua anche se adorabile.
Lo schema viene completamente ribaltato nella stagione 2, dove ad affiancare Joe c’è Love, un personaggio che in un primissimo istante ricorda Beck ma con il passare del tempo si dimostra più simile a Joe. Anzi, puntata dopo puntata, la differenza fra le due diventa più forte e marcata facendo emergere in Love più l’aspetto di “partner in crime” che di vittima di Joe.
La seconda stagione perde il fascino retrò di New York per passare ad una più moderna Los Angeles e al racconto di una classe sociale molto più benestante della prima. Si perde un pò di intimità nel legame con lo spettatore ma la trama guadagna colpi di scena inaspettati. Anche il personaggio di Joe viene dettagliato tramite alcuni flashback che aiutano lo spettatore a fare chiarezza e ricostruire la psicologia del personaggio.
Anche nella seconda stagione il confine fra bene e male, tra lecito e illecito, tra premure e stalking è flebile, alle volte scompare e sempre nella mente di chi lo guarda aleggia la domanda “Io lo farei?”
Da vedere con:
- Appassionati del genere thriller;
- Primi appuntamenti (.....);
- Amici che devono dissociare Penn Badgley dal personaggio di Dan Humphrey.
Buona visione,
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