Regia: J.J. Abrams
RECENSIONE
E’ estremamente difficile parlare di Star Wars oggi, con innaturale leggerezza d'animo, al definitivo tramonto di una saga che dura da oltre 40 anni.
E’ compito assai arduo limitarsi ad una mera recensione del film, senza prima soffermarsi su una analisi più ampia, per quanto complicato sia trovare le parole giuste per poter esprimere liberamente il proprio pensiero, senza lasciarsi anche fugacemente trasportare dal giudizio grave, vario ed esigente dello sconfinato mondo di fan che lo seguono fin dagli albori, come da quelli che hanno iniziato a metà strada, per finire con quelli che si sono avvicinati all’universo Lucas solo dal 2015, con l'ingombrante entrata in scena del colosso Disney, a timone dell’ammiraglia stellare.
Ed è stato un compito ancor più gravoso per il visionario J.J. Abrams andare a scrivere la parola fine ad una trilogia sequel, quanto ad una saga stessa di così imponente impatto mediatico, la più vasta, importante e inavvicinabile di stampo fantascientifico e cinematografico di genere.
Mille insidie sul cammino di Abrams si sono stagliate, all'orizzonte di un progetto conclusivo che ha portato gli spettatori in sala colmi di dubbi e domande, chi già deluso, chi senza aspettativa, chi invece gasato come sempre, chi, temo -ormai- veramente pochi, ingenuamente perso nel fascino che questa favolosa saga ha accresciuto in migliaia di persone, per generazioni, da quando ancora era un singolo progetto di fine anni 70, con molto coraggio e poca credibilità.
E credo che alla base del giudizio su questo capitolo conclusivo, questo Episodio IX di una trilogia zoppicante nonché, soprattutto, di una storia estesa ed interamente incentrata su un nome, Skywalker, caposaldo della narrativa, vi siano soprattutto i sentimenti che ognuno si è portato dietro negli anni, visione dopo visione, Episodio dopo Episodio, fino alla linea del traguardo, giunta a Dicembre 2019, dopo ben 42 anni di inarrivabile longevità.
Abrams ha per le mani un progetto che in realtà ha egli stesso avviato, nel 2015, riavviando i motori della macchina Star Wars, con un titolo altrettanto calzante ed azzeccato, quale Il Risveglio della Forza perché, dove eravamo rimasti, nella galassia lontana lontana? Eravamo rimasti ad un Impero sconfitto, grazie alla caduta del malvagio Imperatore per mano del suo redento apprendista per eccellenza, personaggio principale di tutta la storia, lo Jedi Anakin Skywalker, caduto in disgrazia sedotto dal lato oscuro, ed infine riappacificatosi con se stesso ponendo fine all’ambizione dell’oscuro Signore dei Sith.
Ma non c'è luce senza ombra e, quando non vi è equilibrio, l'una prevale sull’altra, così che Abrams ci riporta molti anni dopo gli eventi de Il Ritorno dello Jedi, con il lato oscuro che tenta di risorgere con sempre più vigore, sotto il rinnovato nome di Nuovo Ordine, e capeggiato da una losca figura nelle vesti del suo Leader Supremo Snoke.
L'ultimo Jedi Luke Skywalker si è ritirato in esilio su una sperduta isola, in quanto responsabile della conversione al lato oscuro del nipote, Ben Solo/Kylo Ren, figlio di sua sorella Leia e del contrabbandiere Han Solo, ora braccio destro del Leader Supremo, come suo nonno prima di lui.
Ne scaturisce un buon debutto, fatto di mille richiami ai film canonici ed unanimemente riconosciuti come i migliori (Episodio IV, V e VI, rispettivamente del 1977, 1980 e 1983), con l'introduzione di personaggi buoni, sì, ma che faticano ad entrare nelle grazie degli amanti della storia, specialmente quelli più vecchi.
Qui entra in gioco, secondo me, il problema più lampante: Disney acquistò il franchise di Lucas nel 2012 per dargli un nuovo corso con una nuova trilogia, che riprendesse gli eventi già conclusi in realtà nel 1983 con Il Ritorno dello Jedi, ma lo fa mettendo in 3 mani differenti i film da creare, scrivere e dirigere, ognuno indipendentemente dall'altro. La domanda sorge spontanea: “Come puoi dare un corso uniforme ad una trilogia, come lo sono state le precedenti, quando 3 menti separate devono comporre ciascuno una parte del puzzle, senza condividere ciascuno le proprie idee, in una parvenza di filo conduttore, una linea comune da perseguire?”
Ne esce che Abrams apre le danze ammiccando spesso e volentieri ai vecchi film, prosegue con Rian Johnson che pesta con audacia sul pedale dell’innovazione, sorprendendo ma anche, ovviamente, facendo storcere il naso ai più e quindi, dopo licenziamenti, voci, vai e vieni sulla cabina di regia, il progetto, in meno di due anni, torna nella mani di Abrams con su scritto “Adesso son cazzi tuoi”.
J.J. sa che deve dare degna conclusione a questa discussa trilogia sequel e decide che la strada da percorrere sarà di forte impatto wow, marcatamente fan service, che corregga il tiro del precedente capitolo VIII, e che risponda alle domande irrisolte, che ancora attanagliano le menti più critiche (non tanto per un interesse vero e proprio nella risposta fine a se stessa, quanto più per una sadica curiosità nel sapere come registi e sceneggiatori se ne possano uscire dopo un capitolo di uno stampo ed un altro marcatamente opposto).
Per farlo riesuma i morti, come titolano immediatamente le canoniche parole scorrevoli sulle note dell’intramontabile John Williams, e come già largamente introdotto dallo scioccante primo trailer diffuso ad Agosto alla Star Wars Celebration di Chicago (con tanto di apparizione sul palco di Ian McDiarmid), aprendo quindi al ritorno in scena dell'Unico Signore dei Sith: Palpatine/Darth Sidious è tornato, per quanto in stato cadaverico, e reclama il suo posto. Con esso arrivano le risposte riguardo la misteriosa storia di Rey, che emerge definitivamente come personaggio buono e trainante del Lato Chiaro, e di conseguenza del suo legame di amore/odio con l'eterno in conflitto Kylo Ren (cui personaggio è cresciuto in questi 5 anni di pari passo con la bravura e notorietà del suo eccellente interprete, Adam Driver).
Il risultato è un filmone (il più lungo di tutta la saga, in termini di durata) che catalizza lo spettatore allo schermo dal primo all'ultimo istante, con il chiaro intento di dare un epico saluto ai suoi numerosi seguaci.
Ci catapulta da un pianeta all'altro, fra un inseguimento ed uno scontro spettacolare, in attesa del conflitto conclusivo ma lo fa, finalmente, accrescendo nello spettatore il timore di cosa potrebbe accadere ai suoi personaggi: il merito va tutto nella azzeccata, per quanto audace e sorprendente, scelta di rievocare Palpatine come figura antagonista.
Chi se non lui? E soprattutto, chi meglio di lui può portare finalmente timore, paura, terrore in un lato oscuro, antagonista, finora piuttosto confuso e fin troppo mansueto (ed eccessivamente ironico, Generale Hux/Disney..)? Premio la scelta!
Come apprezzo moltissimo l'omaggio rivolto a Carrie Fisher, scomparsa ormai 3 anni fa, a riprese ancora da avviare, e per il quale si è ricorso esclusivamente all'utilizzo di scene tagliate dai precedenti capitoli, senza ricorrere ad una ricostruzione in computer grafica.
Abrams strizza l'occhio ai fan di vecchia data, mette una pietra sopra al precedente capitolo e conclude degnamente una storia immensa, mettendo ognuno al proprio posto (chi più, chi meno..). La realtà è che Star Wars in 42 anni di gloriosa vita, epicamente raccontata in 9 indimenticabili film, qualcuno, probabilmente, più dimenticabile di qualche altro, ma comunque parte integrante di una grande famiglia unita, ha accolto migliaia di fan, grandi e piccini, nel corso del tempo, generazioni che hanno fatto della propria esperienza con Star Wars un legame diretto, un sentimento vero e indiscutibile e che creerà sempre motivo di confronto e contrasto fra chi la pensa in un modo, e chi in un altro, con la spada laser sguainata a giudicare ogni scena, dialogo e decisione presa per ogni frammento di sequenza girata, il tutto, sicuramente, senza determinare mai chi è nel giusto, chi nello sbagliato perché non c'è: questo è, anche, l'amore (in)condizionato che solo un franchise di questa portata, e di ineguagliabile importanza, ha saputo costruirsi fin dal lontano 1977.
Questo è Star Wars, lo amo alla follia e mi mancherà.
Buona visione,
Trailer
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