Autore: Angela Marsons
Eccoci qui al sesto “capitolo” delle vicende ideate dalla britannica Angela Marsons (che ormai sta occupando una posizione sempre più ingombrante all’interno della libreria che per altro non possiedo) e riguardanti la Detective Kim Stone e tutta la sua squadra.
Le Verità Sepolte arriva, rispettando l’ordine cronologico, subito dopo l’ottimo Linea Di Sangue (probabilmente il meglio riuscito della saga) e, pur mantenendosi mezzo gradino sotto, non delude i lettori, regalando loro tutti gli aspetti positivi a cui sono stati abituati nelle letture precedenti.
Leggendo infatti il breve estratto della trama sul retrocopertina, sembra infatti di trovarsi di fronte alla stessa storia, o quantomeno a faccende tutte simili tra loro (e tra l'altro pure le copertine non è che siano così diverse), ma in realtà è proprio questo che va cercando chi compra il libro (almeno nel mio caso), una compagnia ideale, da sfruttare magari durante i viaggi, quando si vuole spegnere il cervello ed isolarsi nel “meraviglioso” mondo di Kim Stone & Company.
Ed ecco che qui arriva la prima novità, perché a sto giro la squadra si separa. Non fraintendete, ci sono sempre tutti e si vogliono sempre tutti bene, ma semplicemente il corso degli eventi porterà ad indagini diverse che rimescoleranno un po’ le carte in tavola.
Anche se questo aspetto può all’inizio far storcere il naso, ritengo che la scelta sia stata vincente, in primis perché in questo modo la Marsons ha potuto dare più spazio agli attori “secondari”, facendo emergere interessanti lati caratteriali della Squadra ed in secundis perché ha permesso di introdurre la figura del Detective Travis, con il quale Kim dovrà, volente o nolente (più nolente a dire il vero 😁), fare i conti.
In particolare si crea sin da subito una certa curiosità riguardo gli eventi che hanno coinvolto i due ex compagni di squadra svariati anni prima, curiosità che ci accompagna per quasi tutta la lettura, visto che quella maledetta di una Marsons non ci svela nulla fino alle battute finali.
E proprio questo dar maggior risalto agli aspetti personali rispetto all’azione, tutto sommato non dispiace, in particolare quando viene coinvolta Stacey, permettendoci così di fare irruzione nella sua vita personale, di cui vengono analizzati diversi aspetti, per potersi così collegare al concetto di “diversità” che trova ampio spazio all’interno del romanzo.
Ma sul finale l’action torna protagonista indiscussa, obbligando ad una lettura senza pause, che ci conduce in breve tempo all’epilogo, forse liquidato leggermente troppo in fretta.
Non mi dilungo sullo stile dell’autrice, in quanto è sempre il medesimo (d’altronde squadra che vince non si cambia), ma chiudo raccomandando la lettura agli appassionati della saga iniziata con Urla Nel Silenzio e più in generale agli appassionati del genere thriller.
Giudizio complessivo: 8
Enjoy,
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