Regia: Michael Bay
RECENSIONE
C'è una squadra di gente presa abbastanza a caso, più o meno talentuosa nel proprio campo, se ce n'è uno veramente, che per una qualche sfiga o piano orchestrato a meraviglia oggi è morta. Ma non morta morta, sono vivi, vegeti e incazzati di brutto. Solo che hanno inscenato la loro morte per sparire dai radar della burocrazia mondiale e dai vincoli cui li costringe la pesante vita terrena.
In questo modo sono grossomodo liberi di fare il cazzo che vogliono sì, ma c’hanno anche i soldi, perché Mr. One aka Ryan Reynolds aka parodia di se stesso/Deadpool è un fottuto genio della tecnologia, abilità che gli ha riservato vagonate di dollaroni, come da lui stesso fantasticato in tenera età, e che mette al servizio della propria organizzazione - perché se ancora non si è capito è lui il boss della gang - nata per alleggerire il mondo dai peggio soggetti che lo popolano, solo dopo aver subito in prima persona le violenze della tirannia di un diabolico dittatore criminale di un inventato - e buffo - paese del Medio Oriente di turno. Viva l'America.
Ok, fatta premessa il film sono i primi venti minuti.
Innanzitutto parti dal presupposto che 6 Undergorund decidi di guardarlo quando ti pare, una sera qualunque sul divano, perché agevolmente distribuito streaming da Babbo (Natale) Netflix. Questo per dire cosa? Che l'aspettativa è quella della ricerca infinita del titolo azzeccato, quella che appena lo trovi spiccichi play e per lo strascicato hype creatosi non vedi nemmeno i titoli di testa che buonanotte amici.
E invece eccoti Michael Bay, in tutto il suo splendore, che ti stampa un ditone medio in fronte per la scarsa fiducia riposta quando hai deciso di guardarti questa sua ultima fatica.
E che fatica! Non riesco a spiegarvi la mia faccia all'inizio, durante e concluso il primo quarto d'ora/venti minuti di film, so solo che stavo saltando sul divano dall’euforia, di sabato notte, noncurante del casino che stavo facendo io, ma soprattutto di quello che stavano facendo dentro il televisore.
FA-VO-LO-SO. Quando ho visto tutte quelle esplosioni nella candida Firenze, reso set all american style di un mash up riuscitissimo (nel senso fatto bene, non che ci stesse necessariamente bene) fra Fast & Furious e Death Race, fra forsennate rincorse d'auto misto stop-motion con sequenze di un’ignoranza ben oltre il livello che mi ero timidamente prefissato, dopo aver visto gente in Vespa schizzare dappertutto come travolti da un inarrestabile bangherang ma soprattutto dopo un pacchianississississimo inseguimento, sempre su quattro ruote, dentro (DENTRO!) gli Uffizi con: 1- commento alla virilità del David; 2- sottofondo in Carmina Burana versione Luna Park, ho capito di aver preso la decisione giusta per il canonico sabato sera da coperta-film-divano.
Da lì in poi, comunque, è tutto in discesa, ed è tutto concesso. 6 Underground è il progetto in cui Michael Bay mette tutto il suo essere Michael Bay, quindi, per chi sa di cosa parlo, non c’è un giudizio bello o brutto, oggettivamente: ti piace alla follia, coi suoi se e coi suoi ma, o ti fa cagare fortissimo, fine.
Azione, parkour, azione, grattacieli, azione, sadismo, brevi stacchi passionali da soap spagnola e tanta azione. E’ un’overdose.
Spinge forte l'acceleratore sul non-sense ed è bellissimo per quello, butta dentro un cast vario ed improbabile, cui sarò eternamente grato per la presenza di Mélanie Laurent, e fa fare loro tutte quelle cose pazze, spericolate, suicide, violente ma cazzo, giuste, che ti aspetti di vedere e chi ti danno assuefazione quando guardi un action movie.
Grazie Michael, ne voglio altri.
Buona visione,
Trailer
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