Regia: Tim Miller
RECENSIONE
PRO
Direttamente dal futuro arriva Grace, soldato geneticamente potenziato, per salvare una giovane operaia messicana, Dani Ramos, che conduce la sua normale vita fra lavoro famiglia e amici. Dal futuro però arriva anche un terminator Rev-9, macchina indistruttibile e proteiforme, che ha come unico obbiettivo quello di uccidere la giovane ragazza Messicana.
Nel presente invece c’è Sarah Connor, diventata ormai una cacciatrice di Terminator. Unite dal destino, lottano tutte nel presente per proteggere il futuro dell’umanità, con un altro piccolo aiuto dal passato.
James Cameron riprende le redini di una delle saghe più iconiche del cinema moderno. E lo fa ribaltando completamente le carte in tavola. Infatti insoddisfatto dei capitoli 3,4 e 5, riparte da dove aveva lasciato cercando di concludere la sua trilogia.
Un consueto action-movie che esprime energia e adrenalina dal primo istante, con un ritmo forsennato che ci accompagna fino al termine della pellicola.
Il cast si dimostra all’altezza strutturando un’ottima amalgama. Il team formato perlopiù da donne, richiama al femminismo, ma senza lavorarci troppo sopra. Le tre protagoniste riescono a fornire una visione diversa ma interconnessa di tre donne, provenienti da tre epoche diverse con tre caratteri diversi ma tutte con una pregiata personalità da esprimere.
Il tocco di classe poi è il suo, del nostro amichevole Terminator, Arnold Schwarzenegger, un icona pop indelebile nei nostri cuori. Una macchina che con il tempo è diventata uomo. Un uomo a cui Cameron attribuisce qualità che mirano a resistere ad ogni genere di apocalisse, riportandoci nostalgicamente alle origini.
È stata questa la visione che Cameron ha cercato di investire nella pellicola, una rinnovata fiducia nell’umanità, che anche nei suoi momenti più bui mostra il suo vigore. Un ultimo sguardo a quel futuro apocalittico tramite l’occhio rosso di Terminator, condanna e salvezza dell’umanità.
CONTRO
Nonostante il ritorno di Cameron la pellicola non riesce a ricalcare le gesta dei primi capitoli. Il primo problema è forse proprio nella regia.
Infatti, se il famoso regista di Avatar avesse preso in mano anche la regia, qui affidata al Tim Miller di Deadpool, almeno il film avrebbe almeno trasmesso sul piano visivo qualcosa di più originale dal classico blockbuster holliwoodiano sempre più stereotipato con il movimento disordinato che subordina il pathos. Il terrore e l’angoscia che quei primi capitoli, suscitavano su un futuro sempre più imminente, qui è solo lontanamente presente.
Nel complesso la pellicola risulta uno sforzo disperato di spremere qualcosa di più da un franchise che appare forse esaurito da tempo, sacrificando persino qualcosa a cui i fan della bilogia erano affezionati.
Giudizio complessivo: 7+
Buona visione,
Trailer
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