Regia: Jordan Downey
RECENSIONE
Ero molto incuriosito da questo film, sia per la trama quantomeno intrigante, sia per la breve durata che, in un film horror, spesso è garanzia di successo (almeno che non ti chiami Midsommar) e in molti casi consente a film non esattamente eccezionali di cavarsela con una semplice tirata di orecchi, lasciandoti convinto (mal che vada) di aver gettato nell'indifferenziato un’oretta abbondante della tua vita.
E proprio questa sensazione è quella che ti assale a fine visione, perché in fin dei conti, viste le premesse ed il materiale di cui si era in possesso, era lecito attendersi di più, sia in termini di realizzazione che di coinvolgimento.
Cominciamo col dire che io non amo i film ambientati addietro nel tempo e allora a questo punto mi chiederete perché cazz ho voluto vederlo. Beh mi spiace deludervi, ma qui l’ambientazione l’ho trovata una dei punti forti della pellicola, perfettamente adattata alla vicenda e al personaggio principale, introdotto piuttosto bene sin da subito, in seguito a titoli di testa decisamente apprezzabili.
Già, spendiamo due parole sul protagonista indiscusso della vicenda, perché di fatto il film è interamente costruito su di lui, considerando praticamente l’assenza di altri attori umani (fatta eccezione per alcune brevi apparizioni) che, di conseguenza, limita all’osso pure la componente dialettica (roba che Tarantino probabilmente si starà strappando i peli del deretano).
Vien quindi da se che, con un solo attore in campo e con dialoghi pressoché inesistenti, la figura portante della storia deve essere di assoluto rilievo e, in questo senso, diciamo pure che la scelta di Christopher Rygh si è rivelata vincente (molto apprezzata per esempio la scena in cui si cura le ferite). Oltretutto il fatto di essere praticamente un esordiente (non ho trovato nulla su di lui), avvalora ancor di più la mia considerazione.
Ciò che penalizza questo lavoro deve ricercarsi in primis nella probabile scarsità del budget, che ha impedito di mostrare le fasi salienti dei combattimenti che, trattandosi di un film horror dove per altro il protagonista si diverte a collezionare le teste degli avversari sconfitti, sarebbero state un valore aggiunto notevole, mentre così purtroppo si perde molto. In aggiunta a ciò si deve rimarcare una certa tendenza alla ripetitività degli eventi che alla lunga comincia ad annoiare, nonostante la breve durata.
Per il resto troviamo paesaggi interessanti e alcune sequenze intriganti, in aggiunta a qualche effetto caruccio. La seconda parte poi, con il duello all'aperto appena accennato non dispiace, così come il finale.
Nel complesso però, nonostante alcune buone trovate, il film non dà mai l’impressione di decollare e resterà ahimè come un mezzo incompiuto.
Giudizio complessivo: 5.8
Enjoy,
Trailer
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