Autore: Milan Kundera
Salve a tutti lettrici e lettori, oggi vorrei parlarvi di un libro che è entrato ufficialmente tra i miei preferiti. Scritto nel 1982 e pubblicato solo nel 1984, questo romanzo rimane inedito in Cecoslovacchia anche dopo la caduta del comunismo, in seguito alla Rivoluzione di velluto avvenuta nel 1989.
L’Insostenibile Leggerezza Dell’Essere, nonostante abbia una trama statica, è capace di tracciare un solco che unisce i personaggi e le loro più viscerali emozioni.
I quattro personaggi, infatti, sono la personificazione delle loro insicurezze, dei loro dubbi, delle loro dipendenze morbose. L’autore analizza i loro comportamenti e ne ricerca il corrispettivo nel concetto di corpo ed anima.
Può quindi esistere un nesso tra le anime umane e i loro corpi?
E se questo esiste, può l’anima mostrarsi ad altri o resta preclusa a noi stessi?
Attraverso i grandi pensatori della storia, Kundera riesce a darci una risposta.
L’orrido e il divino si intrecciano passionalmente in questo stupefacente classico, danzano e lottano insieme senza aver la pretesa che uno dei due possa sovrastare l’altro. Se così è, allora solo l’uomo ha per decenni frainteso i loro scopi e la loro relazione più che unica.
A far da sfondo alla narrazione, una Praga del ‘68 e gli sprazzi di una Zurigo mortalmente ferita dall’invasione Russa.
Un libro che illumina ma lacera, che con amarezza conduce alla verità.
Una perla, da conservare nel profondo.
Buona lettura,
La vostra libraia di fiducia.
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