Dark Crystal: La Resistenza


Regia: Louis Leterrier

Another world, another time, in the age of wonder

Si apre così, nello stesso modo sia per film che per serie, il mondo fantastico e magico di The Dark Crystal.

I tempi sono senza dubbio cambiati da quando uno dei pilastri del cinema fantasy americano Jim Henson, nel lontano 1982, plasmò dal nulla un nuovo universo assolutamente mai visto prima, aiutato da uno tra i migliori “burattinai” di sempre, certo Frank Oz.

Quello che uscì fuori fu fin da subito un cult indiscusso del genere, che fronteggiava la scarsa profondità di sceneggiatura proprio con la bellezza di design e l’originalità dei vari “esseri” che popolavano il mondo di The Dark Crystal.

Servono quasi 40 anni perché l’universo fertile avviato da Jim Henson venga di nuovo riscoperto e portato di nuovo alla ribalta da Netflix e da Louis Leterrier (Transporter, L’Incredibile Hulk).

Il progetto è, fatemelo dire, già vincente dalla partenza: The Dark Crystal: La Resistenza è il prequel, perché è un prequel, perfetto.


Ambientato quasi 30 anni prima del film (a quanto mi pare di aver capito ma nessuna certezza su questo), Age of Resistance prende tutto quello che era piaciuto al pubblico di The Dark Crystal, e non solo lo ripropone, con rispetto verso l’opera originale, ma ne amplia la mitologia e ne aggiungi diversi livelli di profondità in più.

E questo non rende solo la serie più strutturata e più piacevole, ma si ripercuote anche sul film stesso, che sotto il punto di vista della profondità, come detto prima, era decisamente molto carente.

La Resistenza è quindi, e non ho paura di dirlo, 100 volte superiore alla sua pellicola di origine.

L’espansione della sua mitologia non è infatti l’unico motivo per il quale questa nuova serie originale Netflix riesce facilmente a surclassare The Dark Crystal.

La caratterizzazione dei protagonisti e le diverse sfaccettature di essi, sono un altro piccolo grande punto a favore di Age of Resistance, e vi posso assicurare che è assolutamente impossibile non innamorarsi per almeno una di quelle dannate marionette, che esse si chiamino Deet, Hup (il miglior personaggio di sempre) o Ciambellano.

Aggiungiamoci anche che gran parte delle scene, persino quelle action, sono realizzate con effetti pratici e naturalmente marionette, e che la CGI è presente soltanto quando non si può fare a meno di essa.

Non vi basta?


Aggiungiamoci una storia stupenda e che risveglierà il bambino che è in voi in determinate scene divertentissime e carinissime, per poi farvi ritornare adulti d’un tratto, con scene ben più dark e violente (e ce ne sono diverse sparpagliate nei 10 episodi che compongono la prima, e spero non ultima stagione) e che prenderanno molti completamente impreparati, come hanno colto me vi giuro.

Completiamo il tutto, con un cast assurdo per quanto riguarda le voci (e anche un motivo in più per guardarla in lingua originale).

Anya Taylor-Joy, Taron Edgerton, Nathalie Emmanuel, Simon Pegg, Mark Hamill, Sigourney Weaver, Helena Bonham-Carter e Natalie Dormer sono solo alcuni dei nomi più famosi che compongono la squadra di doppiatori della serie.

E quindi? Siete ancora qui a leggere la recensione? Andate subito a iniziarvi questa perla dell’animazione moderna, e uno dei prodotti Netflix migliori di quest’anno. 

Estremamente interessante anche il documentario che mostra tutto il lavoro dietro questo nuovo Dark Crystal, che è davvero tantissimo.

Giudizio complessivo: 9.5
Buona visione,




Trailer



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