Una Festa Esagerata


Regia: Vincenzo Salemme

RECENSIONE

Prendendo in prestito il soggetto di una delle sue innumerevoli e sempre godibili pièces teatrali, Vincenzo Salemme realizza una commedia corale che sprizza napoletanità da tutti i pori, grazie ad un team di caratteristi in grande spolvero.

La famiglia Parascandolo è pronta ad organizzare l'evento dell'anno: i 18 anni della figlia Mirea. Tutto deve rimanere al suo posto e, naturalmente, tutto deve scorrere liscio come l'olio: dal catering (nel quale possiamo individuare un maggiordomo di Pozzuoli che si finge indiano per risultare più chic) alle bomboniere fino agli ospiti d'eccezione (uno strepitoso James Senese con tanto di sax che viene erroneamente scambiato, anche lui, per un cameriere indiano). Tutto sembra procedere per il meglio fino a quando non arriva la tragica notizia: il vicino 92enne del piano di sotto è deceduto. I Parascandolo, da buoni napoletani superstiziosi, decidono così di annullare l’evento. Ma come dirlo alla figlia tanto contenta di festeggiare il proprio compleanno? E come dirlo agli invitati (tra i quali vi è un importante assessore) che stanno giungendo a casa Parascandolo? Bisogna trovare una soluzione, ovviamente…

Mi fermo qua per non svelare altre sorprese all'interno del più folle condominio di Napoli.


La pellicola mostra, fin da subito, tutte le caratteristiche della tipica comicità salemmiana: personaggi completamente svitati (il Lello dell’ottimo Massimiliano Gallo) o avidi (la sempre in forma Tosca D’Aquino) e dialoghi nei quali padroneggia la tipica chiusa napoletana, spesso pronunciata da Salemme stesso (espediente che viene fuori già nei primissimi minuti con la scena del taxi e poi per tutta la durata del film con i divertenti battibecchi tra Salemme e Gallo).

Gran parte del lavoro comico viene affidato (come da tradizione anche in questo caso) ai comprimari: il prete new age tutto risse, motociclette ed amante delle crocchette interpretato da un sempre svampito Giovanni Cacioppo, il maggiordomo asiatico ma di “adozione” napoletana (Il personaggio sicuramente meglio scritto durante la fase di sceneggiatura), il vecchio senza denti interpretato da Nando Paone e la sua strepitosa quanto odiosa figlia (che ha il volto di Iana Forte) ed infine il divertentissimo cameo del grande Francesco Paolantoni, qui purtroppo relegato in ruolo a mio avviso troppo secondario.


Il film, come la maggior parte delle commedie dell'autore napoletano, scorre che è una meraviglia tra una battuta e l'altra e l'unica pecca a livello di trama si può riscontrare nel finale, troppo arzigogolato e meno fluido rispetto al resto della pellicola.

Sicuramente, non il miglior film del Salemme nazionale, ma comunque una godibilissima commedia degli equivoci di evidente stampo teatrale.

CONSIGLIATO A CHI VUOLE PASSARE UNA SERATA IN ASSOLUTO RELAX; SCONSIGLIATO A CHI ODIA O NON CAPISCE IL DIALETTO NAPOLETANO (e chi non lo capisce, mo me lo segno…).

Giudizio complessivo: 7 – 
Buona visione,



Trailer



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