Regia: Brett Sullivan
RECENSIONE
Da grande fan del primo, posso decisamente ritenermi non deluso da questo seguito. Dall'atmosfera più cupa del capitolo precedente, decisamente più horror (grazie anche a una fotografia fredda e scura), questo film continua ad affrontare tematiche importanti e se nel primo la licantropia diventava metafora di maturazione sessuale e dei cambiamenti che ne seguono, qui invece diventa un espediente per trattare un tema delicato come la dipendenza dalle droghe.
Infatti la prima parte della vicenda si svolge in una clinica per tossici. La protagonista Brigitte, sorella di Ginger, morta nel primo, è stata infettata a sua volta. L'unico modo per rallentare la sua trasformazione è quella di iniettarsi l'aconito (wolfbane) che contrasta gli effetti del morbo. Quindi ne diventa dipendente, quasi come i pazienti che diventano dipendenti da antidolorifici o morfina.
La seconda parte diventa poi un omaggio ad un classico come Evil Dead (La Casa) di Raimi, ambientando la vicenda in una catapecchia nel bosco, ma è anche un rimando ad un film di qualche anno prima, Dog Soldier (una capanna nel bosco assediata da lupi mannari).
A dare un valore aggiunto al film è l'inserimento di una bambina di nome Ghost, interpretata da una giovanissima Tatiana Maslany (Orphan Black), bravissima in questo ruolo e decisamente l'elemento più inquietante e riuscito del film. Sul suo ruolo nella vicenda non mi soffermo per non fare spoiler, basti sapere che il suo biondo personaggio inquieta e non poco.
Davvero un seguito di valore che, forse perché presenta scene un po' più orrorifiche, apprezzo ancora di più del primo.
Consigliato.
Giudizio complessivo: 8
Enjoy,
Trailer
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