Regia: Michele Soavi
RECENSIONE
Dellamorte Dellamore è un film di Michele Soavi del 1994.
Soavi non ha una lunga filmografia, ma almeno i primi 4 titoli sui 7 diretti si sono rivelati dei film molto personali, che hanno dimostrato la sua grande capacità di realizzare scene suggestive e di grande cinema.
Dellamorte Dellamore non fa eccezione, suo ultimo film di matrice horror, forse il più poetico, ma anche il più difficile da approcciare.
Tratto da un romanzo di Tiziano Sclavi (creatore di Dylan Dog, a cui non mancano i rimandi) questa pellicola è caratterizzata da un'atmosfera allucinata e surreale, infatti ad in certo punto la coerenza degli eventi si fa poco chiara.
Non è infatti la narrazione il punto di forza di questo film, ma la forza delle immagini, misto di un ottima interazione tra regia, montaggio, fotografia e colonna sonora.
Le scene sono isolabili in tanti piccoli macabri quadri. È forse il più artistico dei suoi film, sospeso in un sogno-incubo di un ormai disilluso Rupert Everett (attore che ha prestato le sembianze a Sclavi per il suo Dylan Dog) che si trova schiacciato tra la pulsione erotica e l'attrazione per la morte (lui è qui un becchino).
È una pellicola carica di una forte tensione erotica (anche grazie ad una stupenda Anna Falchi) ma anche di un atmosfera altamente macabra (merito pure dell'illuminazione che gioca sui contrasti chiaroscurali).
Tutto ciò che accade è quindi un incubo che sospende il protagonista in un suggestivo limbo senza uscita, tra pulsione sessuale e morte, che poi sono le due forze che regolano la vita.
Una piccola opera d'arte che meriterebbe più considerazione.
Giudizio complessivo: 9.5
Buona visione,
Trailer
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